Ville, motoscafi, auto Bloccati i beni alla banda dei market
PIOVE DI SACCO. «Eh mamma mia, tutto questo casino per un tentato furto...». Ha detto così ieri mattina Lino Cattaldo quando si è visto arrivare nella sua villa di Brugine i carabinieri di Vicenza che gli hanno sequestrato auto, motoscafi, conti correnti e perfino un ciclomotore. E aveva ragione a stupirsi: lui, pluripregiudicato, ex della Mala del Brenta ora agli arresti domiciliari per una serie di colpi alle casse continue di mezzo Veneto, tutto si aspettava. Meno che diventare il primo delinquente abituale a cui è stata applicato il “sequestro preventivo” dei beni usati da lui ma anche dalla sua famiglia firmato dal pm Roberto D’Angelo.
È un’idea made in Vicenza, quella del sequestro anticipato. «È la prima volta che i carabinieri del Veneto applicano questo provvedimento della legislatura antimafia» spiega soddisfatto il comandante provinciale Michele Sarno «E in particolare a soggetti non appartenenti a organizzazione mafiose».
Tutto nasce da quell’ultimo colpo della banda delle casse continue che nel Vicentino colpisce almeno 5 volte dall’1 ottobre 2011 al 28 febbraio 2012 (ma i colpi sarebbero molti di più). Quando Cattaldo era stato fermato dai militari per il fallito furto alla Coop di Bolzano Vicentino. In maggio era toccato agli altri quattro complici. Tra loro spiccano il 54enne Cattaldo, ex malavitoso con il gruppo di Felice Maniero ed Eugenio Pittarello, 50 anni, anche lui pluripregiudicato e residente a Legnaro (libero).
Sono tutti veri professionisti: preparano i colpi in modo maniacale, studiano le zone per settimane, sanno che sono controllati e così si procurano perfino gli alibi per giustificare la loro presenza in quelle zone, tagliano i fili della luce, nascondono tutto nei campi vicini, non usano mai il cellulare. Concentrano 5-6 furti in poche settimane, poi per mesi stanno fermi a godersi la vita. Nel vero senso della parola: motoscafi, vacanze nei paesi esotici, cene nei ristoranti di lusso, ville.
«Abbiamo percorso a ritroso la provenienza dei loro beni» racconta sempre il colonnello Sarno «perché questi signori passano il tempo solo a delinquere. E dichiarano redditi da fame, anzi dichiarano zero». Così la vecchia storia dei soldi che ha incastrato anche Al Capone mette nei guai anche la banda dei supermercati. Con l’aiuto del tribunale di Padova (competente perché là sono residenti) e di Vicenza. Il pm Antonella Toniolo infatti ha appena chiuso tre incidenti probatori sull’esplosivo usato, sulle mappe di un navigatore Tom Tom e su tracce di dna. E così è partito anche il sequestro preventivo: i due motoscafi, le tre auto, lo scooter ma anche titoli e conti correnti in almeno sette banche. Per un totale di circa 650 mila euro. Perché di soldi, con quei colpi, ne facevano: nei 5 mesi di botti ed esplosioni alle casse continue tra fine 2011 e inizio 2012 hanno messo in tasca circa 70 mila euro. Esentasse, come si dice. E questi sono solo quelli conosciuti.
Più nel dettaglio a Cattaldo (nessuna dichiarazione dei redditi negli ultimi 5 anni) è stato riscontrato un patrimonio famigliare composto da una barca Cranchi, modello Zaffro 29, di 8,5 metri (valore d’acquisto nel 2011 120.000 euro), attualmente rimessata a Lagosanto, un’Audi A3 del 2008, una Volkswagen Polo, una Fiat Cinquecento del 2012, un ciclomotore X-Max del 2010, un’abitazione lussuosa, alcuni terreni. Tra lui e la moglie 5 tra conti correnti e depositi. Pittarello (nessuna dichiarazione negli ultimi 5 anni) risulta avere una barca da 100.000 euro, marca Sessa, attualmente rimessata a Chioggia.
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