Vittorio il macellaio chiude dopo 120 anni

CAMPOSAMPIERO. Chiude anche Vittorio. Da ieri la macelleria di Vittorio Salvalaggio, in via Straelle, ai piedi del ponte sul Muson, è chiusa. E con essa se ne va un’attività presente a Camposampiero sin dalla fine del 1800, appartenuta e gestita sempre dalla stessa famiglia. «Ho qui dei documenti dei miei antenati risalenti al 1890» conferma Salvalaggio «ma oggi, a queste condizioni di mercato, non riesco più ad andare avanti. Sto lavorando in perdita». Varie le ragioni che hanno portato il macellaio a prendere questa decisione drastica, annunciata negli ultimi giorni alla clientela dal banco sempre più vuoto. «La macelleria tradizionale come la mia, che si appoggia agli allevatori e ai contadini locali, non ha futuro. Oggi servono specializzazione nelle carni, flessibilità di orari e diversificazione dei prodotti alimentari». Crisi dei consumi e centri commerciali, dove si trova tutto, dalla carne ai profilattici, sono i principali imputati della crisi del commercio tradizionale. «In dieci anni, il consumo di carne è crollato del 50%» precisa Salvalaggio, riportando un dato confermato anche da altri macellai della zona, che aggiunge: «Con negozi aperti fino alle 21, carni surgelate e piatti pronti a ogni ora, è difficile competere. Io sono abituato a comprare gli animali dagli allevatori della zona, al massimo arrivo fino a Santa Maria di Cittadella, poi li faccio macellare e preparo i pezzi per la vendita. Mi rivolgo ai contadini locali, quei pochi rimasti, per i polli, i maiali, i tacchini, i conigli, le faraone, e poi mi preparo tutto artigianalmente, salami compresi. Oggi così, ai prezzi della concorrenza, non si può più lavorare». Per il futuro? «Non ho prospettive; ora mi riposo e poi ci penserò. Spero di trasformare la mia attività in azienda agroalimentare» confida Salvalaggio, chiudendo per l’ultima volta il negozio.
Francesco Zuanon
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