Zamboni e lo spirito Csi è il revival antagonista

PADOVA. Chissà se le strade di Massimo Zamboni e Giovanni Lindo Ferretti torneranno mai ad incrociarsi, come accadde a Berlino nel 1981. Da quell’incontro fortuito in una discoteca nel quartiere turco di Kreuzberg scaturì la rivoluzione punk della scena italiana. Nacquero i Cccp e successivamente, dopo il crollo del muro, i Csi. Distanti anni luce dal nichilismo metropolitano londinese o dalla supina assuefazione ai modelli americani, Zamboni e Ferretti, emiliani nel midollo, nel bel mezzo degli anni ’80 riscattarono la provincia dell’impero abbracciando l’estetica e le ideologie filo-sovietiche della loro regione rossa, combinando il tutto con le suggestioni del mondo orientale e del kraut-rock. Molti (quasi tutti) dei musicisti storici che hanno accompagnato questa epopea saranno sul palco dello Sherwood Festival venerdì sera. Ci saranno Fatur, l’artista del popolo che infiammava il palco dei Cccp con le sue sconvolgenti esibizioni teatrali, i musicisti Giorgio Canali, Francesco Magnelli e Gianni Maroccolo della formazione storica dei Csi e alcuni ospiti speciali come Angela Baraldi, Nada ed Enriquez dei Bandabardò.
“L'ortodossia Accade” è il nome dello spettacolo: «Abbiamo pensato di confezionare per Padova una serata unica che ci vedrà assieme in un lungo viaggio attraverso 30 anni di canzoni, dalle prime dei Cccp all’ultimo disco che ho realizzato con Angela» spiega Massimo Zamboni «i protagonisti entrano ed escono, si lasciano e si trovano sul palco: sarà uno show molto movimentato». Tra le canzoni proposte ci sarà spazio per alcune pietre miliari della cultura indipendente come Emilia Paranoica, In Viaggio, Io sto bene, In rotta e la profetica Punk Islam, del 1984, che oggi dopo la primavera araba e le manifestazioni di piazza Taksim a Istanbul acquista un significato particolare: «Ho riflettuto molto se riproporla o meno. Una frase della versione originale sarà cambiata perchè è insostenibile» racconta «Allah è grande e Gheddafi è il suo profeta, diventa: Allah è grande e nessuno è il suo profeta. Tra tutti i nuovi esercenti dell’islamismo penso che gran parte sia molto più interessata ad esercitare il proprio potere sugli uomini che non a conoscere lo scambio con dio. Si tratta comunque di un brano che ci ricorda che dobbiamo convivere con altre religioni, anche se c’è chi continua a negarle e a considerarle come un nemico». E dell'Emilia paranoica oggi cosa rimane? «Rimane tutto, la paranoia è decuplicata: non c’è più un centimetro della pianura dove poter costruire i propri sogni». Inizialmente lo show doveva intitolarsi “Quel che non deve accadere accade”: «In questi anni» spiega il chitarrista «puntualmente, in questo paese si è verificata un’offesa continua al nostro vivere collettivo: le canzoni del nostro repertorio sono pesanti, apocalittiche e catastrofiche, sono la musica adatta per descrivere questo periodo». Venerdì 5 Luglio 2013, Padova, Sherwood Festival. park nord Stadio Euganeo. Viale Nereo Rocco. Ingresso 10 euro. Gruppo spalla: Alessandro Grazian.
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