Addio a Fagioli, guru dell’analisi collettiva

ROMA. Neuropsichiatra, scrittore, intellettuale, autore di oltre 20 libri fra cui il conosciuto “Istinto di morte e conoscenza”, Massimo Fagioli, morto ieri a Roma a 85 anni, ha dedicato alla ricerca sulla nascita e sulle origini del pensiero dell’uomo tutta la sua vita. Figura fuori dagli schemi, amata e contestata, espulso negli anni Settanta dalla Società Psicoanalitica italiana per il suo pensiero anti Freud, Fagioli, ha collaborato anche con architetti e registi. Famoso il suo sodalizio, poi interrotto, con Marco Bellocchio per “Il diavolo in corpo” che lo ha portato alla ribalta mediatica a metà anni ’80 e più tardi per “La condanna” che sollevò numerose polemiche. Lui stesso è stato regista di film come “Il cielo della luna” nel 1997 e poi di “Mélange” (1999) e di “La psichiatria, esiste?” (2002). Dagli anni Ottanta, in un ampio studio privato a Trastevere, in via Roma Libera 23, teneva i suoi seminari di analisi collettiva ed è qui che il 18 febbraio gli verrà dato l’ultimo saluto.
Psichiatra dell’Analisi collettiva, prassi di cura basata sull’interpretazione dei sogni che prosegue come ricerca sulla realtà umana e la sua evoluzione, fondatore della Teoria della nascita, secondo cui il pensiero umano inizia nel momento in cui si viene al mondo, con la reazione alla luce, Fagioli si era laureato all’Università di Roma in Medicina e Chirurgia. Alla sua opera teorica ha dedicato la rivista di psichiatria e psicoterapia “Il sogno della farfalla”, che nel 2012 ha celebrato vent’anni dalla fondazione. Nato a Monte Giberto il 19 maggio del 1931, in provincia di Ascoli Piceno, avrebbe dovuto festeggiare una nuova edizione di “Istinto di morte e conoscenza” (L’Asino d’oro) al prossimo Salone del Libro di Torino.
Aveva sentito l’esigenza di comprendere la realtà psichica umana dopo essere stato, ragazzino, nelle Marche al fianco dei partigiani nella guerra di Resistenza e del padre medico di campo. A Venezia, nell’antico manicomio dell’isola di San Clemente, ha avuto il primo contatto con i malati cronici, le corsie bianche, l’elettroshock. È passato poi all’ospedale psichiatrico di Padova dove, con metodi per l’epoca all’avanguardia, ha realizzato le prime esperienze di psichiatria attiva con gruppi di malati che portava a passeggio in città, “abbattendo” i muri del manicomio. Negli anni ’60 la sua ricerca sulle cause della malattia mentale si è spostata sul non cosciente e lo ha portato in Svizzera, nella clinica Bellevue di Binswanger a Kreuzlingen, dove ha diretto la comunità terapeutica di lingua italiana. Nel 1971, dopo una lunga analisi personale e dieci anni da analista con studio medico di terapia individuale, ha raccolto le sue ricerche ed esperienze in “Istinto di morte e conoscenza”. Il libro contiene i fondamenti della Teoria della nascita sviluppata poi in “La marionetta e il burattino” e “Teoria della nascita e castrazione umana”, cui è seguito “Bambino donna e trasformazione dell’uomo”. Dal 1991 ha collaborato con un gruppo di giovani architetti il cui catalogo dei progetti “Il coraggio della immagini” è stato pubblicato nel 1994. Il palazzetto bianco, su suo disegno del 1991, è realizzato a Roma nel 2004-05. Nel 2008 ha partecipato all’esposizione mondiale di architettura a Torino “Architektonica”, con progetti inediti realizzati dal 1999 al 2008. Affollatissimi i suoi “Incontri di ricerca psichiatrica” all’Università La Sapienza, e le lezioni di psicologia dinamica all’Università di Chieti. Con i suoi libri, pubblicati dal 2009 da L’Asino d’oro, è stato presente più volte al Salone del Libro di Torino.
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