Addio Charles Aznavour, ultimo chansonnier la sua voce rimane nei cuori e nella leggenda

È morto Charles Aznavour, domenica sera nella sua casa delle Alpilles, nel sud della Francia. Aveva 94 anni, la maggior parte dedicati alla canzone e al cinema. Con lui se ne va il cantante più popolare e stimato a livello internazionale della sua generazione, dopo Frank Sinatra. È stato un caposaldo dello spettacolo e della cultura del Novecento. Cantante, autore e attore, è stato soprannominato lo chansonnier, etichetta che a lui stava scomoda ma anche Aznavoice e il “Frank Sinatra francese”. Avrebbe voluto cantare fino a 100 anni, con un ultimo concerto alla Concorde; ci è andato vicino.
la carriera
Aznavour ha avuto una carriera unica per successi e longevità, continuando a girare il mondo con i suoi tour fino all’ultimo. Si era esibito davanti a un pubblico per la prima volta a 9 anni; il suo ultimo concerto è stato quello del 19 settembre scorso a Osaka, in Giappone. Il suo prossimo impegno sarebbe stato il 26 ottobre a Bruxelles mentre aveva dovuto annullare lo spettacolo di Palmanova, lo scorso 23 giugno, per una frattura all’omero, dovuta a una caduta in casa, che gli aveva impedito di esibirsi all’inizio dell’estate. L’ultimo concerto in Veneto è stato quello del 14 settembre 2016, e in quell’occasione aveva detto: «Sul palco parlerò in francese, ma la prossima volta prometto di farlo in italiano». Aveva confermato così il suo amore per il nostro Paese, e anche la fiducia nella sua longevità. Indimenticabile resta la sua esibizione in Piazza San Marco del 16 luglio 2010, con ospiti Patty Pravo, Massimo Ranieri e Franco Battiato. Purtroppo lo spettacolo fu funestato da problemi di audio sul palco e dalle polemiche che seguirono.
Shahnour Vaghinagh Aznavourian, in arte Charles Aznavour, era nato il 22 maggio 1924 a Parigi, dove i suoi genitori (Micha Aznavourian, un immigrato armeno originario di Akhaltsikhe, nell’odierna Georgia, e Knar Baghdassarian, un’immigrata armena originaria di Smirne, in Turchia) si erano rifugiati per sfuggire ai massacri del genocidio armeno, perpetrato dai turchi tra il 1915 e il 1916.
L’eredità del padre
Il padre cantante gli trasmise la passione che lui portò avanti nonostante un problema alle corde vocali che gli fu diagnosticato in tenera età e che probabilmente contribuì a rendere unico il suo timbro vocale. Insignito della legion d’onore in Francia, sempre orgoglioso delle sue radici, è stato ambasciatore dell’Armenia in Svizzera dal 12 febbraio 2009.
il repertorio
Aznavour si è esibito dal vivo, cantando in sette lingue, davanti milioni di spettatori di 94 paesi, grazie ad un repertorio di ben 1.200 canzoni e 294 album che hanno venduto 300 milioni di copie nel mondo. Come attore ha recitato in 80 film, tra cui “Tirate sul pianista” di Francois Truffaut e “Il testamento di Orfeo” di Jean Cocteau. L’artista, lanciato nel panorama internazionale nel 1946 niente meno che dalla leggendaria Edith Piaf, ha duettato con i più grandi artisti internazionali di tutti i tempi, giganti come Frank Sinatra, Liza Minnelli, Celine Dion, Compay Segundo, Nana Mouskouri e Sumiva Moreno. Ha cantato anche in coppia con artisti di casa nostra, come Mia Martini, Milva, Iva Zanicchi e Laura Pausini. Le sue canzoni sono state cantate da Fred Astaire, Ray Charles, Elton John, Bob Dylan, Placido Domingo, Liza Minnelli, Sammy Davis Jr. , Elvis Costello, Gino Paoli e Ornella Vanoni. Dopo aver calcato i palcoscenici di Parigi sin da bambino, a 22 anni è stato scelto dalla Piaf che lo portò con sé in tour in Europa, negli Stati Uniti e in Canada. Nel 1956, diventato una star, si è esibito all’Olympia e ha raggiunto la prima posizione della classifica delle vendite con “Sur ma vie”. Gli anni Sessanta sono stati il suo periodo d’oro con “Tu t’laisses aller”, “Il faut savoir”, “La mamma”, “Et pourtant”, “For me formidable”, “Que c’est triste Venise”, “La Bohème”, “Désormais”.
il successo
Il suo successo internazionale ha abbattuto barriere generazionali e confini geografici. I testi in italiano delle sue canzoni sono stati firmati da Giorgio Calabrese, che ha contribuito al successo di “La Bohème”, “Ed io tra di voi”, “L’istrione” e “Com’è triste Venezia”. Recentemente aveva detto: «Non sono uno chansonnier: con le mie canzoni parlo d’amore non di politica». Amava essere riconosciuto come autore: «Se non fosse così» diceva «non mi sarebbe stato possibile cantare alla mia maniera». —
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