Assante, Castaldo e Prince «Era qualità senza finzione»

VENEZIA. I critici musicali Ernesto Assante e Gino Castaldo, domani alle 20.30 al Teatro Goldoni di Venezia, saranno protagonisti di “Lezioni di rock - Prince”.
Castaldo, dopo i Pink Floyd e Bowie, avete scelto Prince perché è stato l’ultimo ecclettico del pop?
«È stato esponente di una visione della musica che ora si fa fatica a trovare. La motivazione con cui facciamo queste lezioni è la voglia di tenere acceso un fuoco, in un periodo di degrado musicale e di calo di tensione creativa. Prince ben si presta allo scopo».
Effettivamente sono lontani gli anni d’oro del rock...
«Sì ma senza fare il confronto con i tempi d’oro, la situazione è peggiore persino di 10 anni fa quando abbiamo iniziato a fare le lezioni di rock. Per fortuna ci sono anche segnali positivi, all’inizio ci venivano ad ascoltare solo i coetanei ma con il tempo sono arrivati molti giovani che chiedono qualcosa di più di quello che offre la musica di oggi».
Prince è stato grande come autore, cantante e chitarrista ma qual è stato il suo punto forte?
«Come performer, anche se può sembrare riduttivo. I suoi concerti sono stati sempre straordinari ma c’è stato un momento, a ridosso di “Sign o’ the Times” in cui il suo spettacolo è stato unico per stili musicali, interpretazione vocale e strumentale e coreografie».
Prince è stato un’icona degli anni Ottanta come Michael Jackson e Madonna?
«Sì ma lui era tutta qualità senza finzione, mentre Jackson e Madonna rappresentavano una via molta artificiosa allo spettacolo».
Tra i suoi artisti citava Joni Mitchell.
«Lei purtroppo è stata un’artista che ha esercitato un’influenza importante più sui i musicisti che sul pubblico».
Il successo di Prince è scoppiato con “Purple Rain”.
«È stato il momento di svolta, un pezzo irresistibile».
I dischi fondamentali per avvicinarsi a Prince?
«“Sign o’ the Times” basta e avanza, dentro c’è tutto, il rock, il soul e il funky».
La storia di Prince sembra la trama di un film, trova?
«Verissimo ma dipende dal decadimento degli ultimi anni, per cui oggi tutto questo sembra folle. All’epoca ci sembrava tutto naturale, perché eravamo cresciuti con i Beatles e con i Pink Floyd. Credevo che tutto questo fosse normale e non mi rendevo conto che stavo vivendo qualcosa di irripetibile».
Miles Davis considerava Prince un genio, cosa pensa dei brani che avrebbero registrato insieme?
«È da anni che si parla di un fantomatico provino ma credo sia una specie di Santo Graal. Se ci fosse stata qualche registrazione l’avrebbero pubblicata».
Michele Bugliari
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