Ateneo Veneto Guglielmo Ciardi e la nuova pittura del paesaggio

A cento anni dalla scomparsa di Guglielmo Ciardi (Venezia, 13 settembre 1842 - 5 ottobre 1917), uno dei maggiori protagonisti della pittura di paesaggio, domani alle 17.30 l’Ateneo Veneto (in Aula...
A cento anni dalla scomparsa di Guglielmo Ciardi (Venezia, 13 settembre 1842 - 5 ottobre 1917), uno dei maggiori protagonisti della pittura di paesaggio, domani alle 17.30 l’Ateneo Veneto (in Aula Magna) propone al pubblico un incontro a più voci per ricordarlo e per approfondire il suo messaggio estetico, in un momento topico dell’arte non solo italiana ma europea dell’epoca: il formarsi della veneziana “Scuola del vero” con pittori come Napoleone Nani, Giacomo Favretto, Ettore Tito, Luigi Nono, Alessandro Zezzos, Alessandro Milesi, Egisto Lancerotto, Pietro Fragiacomo e altri oggi meno noti come Domenico Bresolin, Noè Bordignon e Pietro Galter.


Nell’Italia della seconda metà dell’800, sia pure attraverso i canali a volte separati delle scuole regionali, molti “ponti” vengono gettati a coniugare esperienze diverse (la lezione macchiaiola, la scuola napoletana, la pittura nuova in Piemonte e in Lombardia).


In una situazione resa effervescente anche dalle grandi trasformazioni politiche, il primato dell’innovazione spetta spesso alla pittura di paesaggio; e in quel settore non c’è dubbio che la pittura di Guglielmo Ciardi venne riconosciuta subito nella sua specificità.


Un bilancio a un secolo dalla morte dell’artista (che ebbe casa e studio a San Barnaba, a Quinto di Treviso e a Canove, sull’Altopiano di Asiago, e che ebbe due figli entrambi pittori, Beppe ed Emma) e un doveroso omaggio della sua città e come tale vuol essere anche un auspicio che si possa organizzare una mostra delle sue opere maggiori.


Un dialogo a più voci tre Gabriella Belli, direttore della Fondazione Musei Civici di Venezia, Giuseppe Pavanello dell’ Università di Trieste, Nico Stringa, dell’Università Ca’ Foscari di Venezia e Camillo Tonini dell’Ateneo Veneto.


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