Avitabile tra soul e jazz «Voglio che la musica osi»
MARGHERA. Il cantautore e sassofonista Enzo Avitabile tra soul, jazz, world music e tradizione napoletana aprirà la stagione autunnale di La Nave de Vero a Marghera, venerdì alle 21 (ingresso libero)....

MARGHERA. Il cantautore e sassofonista Enzo Avitabile tra soul, jazz, world music e tradizione napoletana aprirà la stagione autunnale di La Nave de Vero a Marghera, venerdì alle 21 (ingresso libero).
Cosa ci può anticipare?
«Sarà dedicato alle canzoni del mio ultimo album “Lotto infinito” e a tutta la mia carriera. Suonerò con il gruppo Black Tarantella».
“Lotto infinito”, come “Black Tarantella”, è un disco di duetti importanti.
«È come se avessi voluto continuare questo dialogo, cominciato con “Black Tarantella” perché più che duetti sono dialoghi, dove ognuno si muove attraverso la sua parola e il suo suono. Con “Black Tarantella” avevo puntato su incroci non possibili, come sembrava impossibile il connubio con Guccini. Mi sono detto, voglio che la musica osi».
Si percepisce l’idea del dialogo nei duetti.
«I cantanti che ho coinvolto in questi dischi sono andati oltre il loro. Caparezza ne è un esempio, come Giorgia che canta un “De prufundis” dalle vele di Scampia. De Gregori ha fatto un testo straordinario su un tema come lo sbarco a Lampedusa su cui è facile risultare retorici se non lo vivi con una forte emozione. Ha fatto un capolavoro».
Su “Black Tarantella” c’era un duetto con Pino Daniele.
«“È ancora tiempo” è stato l’ultimo pezzo cantato da Pino in napoletano. È un pezzo mantrico in cui la parola diventa suono e il suono parola. Con Pino avevo lavorato ai suoi primi due dischi, ho collaborato a “Nero a metà”. Con lui ho condiviso una vita. Abbiamo fatto un mare di note, litigato e ci siamo riabbracciati. Il ricordo più bello è quando accettò di fare “È ancora tiempo” con questa consapevolezza, che c’è un momento per cantare insieme e che viene naturalmente dalla vita».
Ci racconta del suo duetto con David Crosby?
«Con lui ho realizzato “E ’a Maronn’ accumparett’ in Africa”, sull’apparizione della Madonna a Kibeho. Ho chiesto a David: se un giorno ti dicono che una donna di nome Maria appare in un qualsiasi luogo del mondo e diventa un punto luce, ti piace l’idea? Lui ha sorriso e ho capito che eravamo andati oltre e già entravamo in una sorta di rapporto con una fede che auspica a uscire dal finito ed entra in una sorta di comprensione del supremo, dell’unità cosmica. Nel suo testo ha parlato della Madonna in un modo che mi ha molto colpito. Sono stato 4 anni buddista e quando sono tornato ad essere cristiano ho capito meglio la Madonna e la sua protezione nei confronti della Terra».
Ai tempi di “Meglio Soul” lei aprì i concerti italiani di James Brown.
«James è stato il mio primo punto luce poi ho avuto il piacere di suonare con lui e mi ha fatto nascere il desiderio di portare in giro la musica per il mondo».
Michele Bugliari
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