Campo Dall’Orto: «Porterò l’inglese alla Rai»

di Giacomo Costa
Sarebbe dovuto diventare un commercialista ma ha finito per scegliere un’altra strada, quella delle passioni, riuscendo a primeggiare in un mondo che forse, seguendo solo i numeri, gli sarebbe stato precluso: è un ritratto sincero e spassionato quello che Antonio Campo Dall’Orto, attuale direttore generale Rai, ha fatto di se stesso e del suo percorso accademico e professionale in occasione del premio alla carriera assegnatogli da Ca’ Foscari Alumni, l’associazione degli ex studenti dell’ateneo veneziano.
Come ogni anno, i cafoscarini hanno celebrato i migliori rappresentanti dell’Ateneo, un compito arduo viste le tante eccellenze che annovera nel suo albo d’onore. «Un premio alla carriera è qualcosa di impegnativo» ha scherzato Campo Dall’Orto. «Prima di tutto perché bisogna meritarselo, ma anche perché sembra chiudere un cerchio, e io invece vorrei ancora fare qualcosa in futuro».
Il cafoscarino emerito, originario di Conegliano, impegnato da più di un quarto di secolo nel settore televisivo, dopo le scuole superiori aveva scelto di iscriversi a Economia e commercio, convinto che quella laurea gli avrebbe aperto le porte del mondo. «All’epoca non esisteva il progetto Erasmus ma qualche opportunità veniva offerta dalla piattaforma Aiesec. I voli low-cost non erano ancora partiti, si viaggiava in treno, eppure già allora qualcosa stava cambiando, il mondo si stava aprendo: di lì ad un anno sarebbe caduto il muro di Berlino, e dopo aver affrontato il corso di diritto commerciale ho capito che quella che stavo seguendo non sarebbe stata la mia strada e ho preferito concentrarmi sul settore della comunicazione. In realtà, comunque, quelle nozioni di giurisprudenza apprese a Ca’ Foscari mi sono state utilissime, sono le stesse su cui mi baso ancora oggi, e a indicarmi la via è stato soprattutto il corso tenuto dall’allora docente Paolo Costa, che insegnava Programmazione economica, una materia che cercava proprio di individuare le tendenze globali e le conseguenze degli eventi politici ed economici sui vari mercati mondiali».
Una visione aperta sul mondo, e una novità che racconta proprio alla platea della sua università, dopo le indiscrezioni trapelate nei giorni scorsi: «In Rai stiamo costruendo una comunicazione plurilingue puntando a un canale in inglese». Il progetto è ancora al vaglio, ma «è una risposta alla globalizzazione, ovvero conquistare quello spazio della fantasia che hanno tutte le persone».
Rivolgendosi agli studenti, Campo Dall’Orto ha preso spunto proprio dal proprio «curriculum incoerente»: «Dovete cercare di coltivare la vostra curiosità intellettuale, che per me ha avuto più valore delle varie scelte strategiche. È indispensabile capire i mutamenti a cui va incontro la nostra società, anche se per noi è difficile, essendoci immersi: tante professioni stanno cambiando con il digitale, quando non vengono completamente eliminate, ma il lavoro c'è ancora, anzi ce n’è di più».
«Nel mondo dei media nell’offerta digitale, considerate tutte le tecnologie che cambiano in continuazione, il futuro è per chi ha le competenze ed è molto grande» ha aggiunto. «Avviene che il valore si sposterà verso coloro che sono grandi e con prodotti a pagamento. Le aziende più piccole, per effetto della globalizzazione non ce la faranno, è come se l'acqua continuasse a salire e tenere la testa fuori sarà sempre più difficile». E allora bisogna accompagnare le persone verso «l’alfabetizzazione digitale, non c’è più solo la tv, il contenuto video. I media cambiano continuamente e così i fruitori ed è necessario adeguare le aziende». Su quanto sta facendo, è ottimista: «Stiamo eccellendo nell'offerta digitale» dice e parla di «iraddoppio della comunicazione e innovazione dei contenuti, dalle fiction e l'intrattenimento». Ma soprattutto, «al di là dei singoli prodotti c'è stato il coraggio di agire in un Paese così rigido come il nostro dove il coraggio di rischiare manca».
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