Castello del Catajo, il gioiello degli Obizzi arrivato fino a noi

BATTAGLIA TERME (PADOVA). Non si può dire di Pio Enea Obizzi che non fosse uomo di vedute larghe almeno quanto le sue finanze. È d’obbligo pensarlo, varcando oggi il portale d’ingresso del maestoso complesso del Catajo, alle porte di Battaglia Terme (Pd): si deve a questa straordinaria figura di uomo d’armi (la Serenissima lo scelse quale proprio condottiero) ma anche di cultura vissuto mezzo millennio fa, se quella che era una casa di campagna si è trasformata in uno dei gioielli dell’architettura veneta.

Salotto letterario
Ca’ del Tajo, si chiamava la dimora in cui sua madre Beatrice, rimasta vedova, ospitava un cenacolo letterario di alto profilo: tra gli ospiti figurava anche Ludovico Ariosto. E fu quella la base sulla quale, tra il 1570 e il 1573, il figlio fece costruire il primo nucleo del castello, chiamando ad affrescarlo Giovanni Battista Zelotti, uno dei più affermati e ricercati pittori dell’epoca, allievo di Paolo Veronese. Ma il vero e proprio salto di qualità si deve a un suo nipote, Pio Enea II: che alla metà del Seicento, con un ambizioso cantiere durato diciott’anni, conferì al complesso una visione d’insieme.
Casata di pedigree corposo, gli Obizzi: originari della Borgogna, approdati in Italia poco dopo il 1000, capitani di ventura con tanto di efficientissimo esercito, fecero fortuna non solo con le armi ma anche con le alcove, grazie a una rete di matrimoni strategici. E dando vita al suo Catajo, il loro discendente Pio Enea I volle farne immortalare le gesta proprio attraverso il magistrale pennello di Zelotti.
Per un secolo e mezzo il castello conobbe una lunga stagione di fasti, accogliendo ospiti eccellenti compresa qualche testa coronata. Il declino iniziò nel 1803, con la scomparsa dell’ultimo degli Obizzi, Tommaso, morto senza eredi: il patrimonio passò al casato degli Este, arciduchi di Modena. Una “dinasty”che si estinse a sua volta nel 1875, mettendo il Catajo nelle mani dell’erede al trono d’Austria Francesco Ferdinando d’Asburgo. Da lì si innescò un lungo e oscuro periodo di decadenza. Dopo la Grande Guerra venne requisito dallo Stato, che poi lo cedette a privati; dagli anni Settanta finì in una condizione di penoso abbandono.
La rinascita
La sua rinascita è recente: nel 2015 lo acquistò all’asta un imprenditore padovano, Sergio Cervellin, che ha dato vita a un ambizioso piano di recupero ma che già ha restituito al complesso parte dell’antico splendore, facendone luogo di visite (oltre 40mila ingressi lo scorso anno) e di eventi. La scoperta del complesso parte dall’accesso settecentesco che introduce al Cortile dei Giganti; si sale al piano nobile il cui epicentro è il grande salone affrescato con l’albero genealogico degli Obizzi.
Uno dei punti forti è il ciclo dei dipinti di Zelotti, quaranta riquadri con le gesta della famiglia, tra matrimoni e battaglie. Si passa sulla grande terrazza, per ammirare l’incantevole scenario dei Colli Euganei. Per concludere con una passeggiata nello stupendo Giardino delle Delizie: di nome e di fatto.
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IL GIARDINO
Nel Giardino delle Delizie annesso al castello si possono ammirare una suggestiva peschiera circondata da magnolie e una collezione di agrumi in vaso, e soffermarsi sotto tre alberi tra i più significativi in tutta Europa: due gigantesche magnolie del Settecento e un’imponente sequoia, tra i primi esemplari importati dall’America.
IL MUSEO
A due passi dal Catajo merita una visita il Museo della navigazione fluviale, per ripercorrere l’epopea dei barcari: un tour tra i vari tipi di imbarcazione, pezzi originali, modellini, oggetti di uso comune. Aperto tutti i giorni 9-12 e 16-19; il giovedì anche 21- 23 (con anguriata). Informazioni 049.525170 e museonavigazione.eu/it/.
LA VILLA
Ancora a Battaglia Terme, c’è villa Emo Selvatico: la sua costruzione risale alla fine del Cinquecento, quando la nobile famiglia dei Selvatico decise di far erigere sulla cima della collinetta di Sant’Elena un edificio di ispirazione palladiana. Vi si accede attraverso una monumentale scala di 140 gradini. Il parco, oltre 100mila mq, porta lafirma di Giuseppe Jappelli.
LA RIVISTA
Al Catajo è dedicato l’ultimo numero della rivista “Terra e Storia”, diretta da Francesco Selmin, edita da Cierre (14 euro).Un numero monografico, curato da Selmin e da Chiara Ceschi. La base è costituita da due cicli di conferenze organizzate dalla Biblioteca comunale “Concetto Marchesi” di Battaglia Terme, i cui testi sono stati arricchiti con il contributo di altri studiosi.

Orari e biglietti. Il Catajo è aperto sabato 14- 19 e domenica 10-19. Ingresso 9 euro; 3 under 12; gratis under 6. castellodelcatajo.it, 349.9347190.
Come arrivare. Per raggiungere il Catajo,A13 Padova-Bologna, casello Terme Euganeei. Oppure Ss 16. È alle porte di Battaglia Terme.
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