Come eravamo Il ’68 dello Iuav nelle immagini di ieri con gli occhi di oggi

Nove mesi di occupazione, il voto politico, le strategie  L’analisi di un momento storico cinquant’anni dopo
Interpress/M.Tagliapietra Venezia.- Inaugurazione Mostra IUAV Tolentini. 1968 IUAV 2018. A 50 anni dal movimento del 68.
Interpress/M.Tagliapietra Venezia.- Inaugurazione Mostra IUAV Tolentini. 1968 IUAV 2018. A 50 anni dal movimento del 68.



È una riflessione culturale e di costume, più che una “celebrazione” politica postuma, la mostra, inaugurata ieri, con cui l’Iuav – l’università veneziana legata innanzitutto al suo storico corso di laurea in Architettura, che è anche nel suo acronimo – ricorda il “suo”’68 cinquant’anni dopo.

I RAGAZZI SUL TETTO

Le bellissime, rigorose foto in bianco e nero di un fotografo veneziano di talento che allora era anche uno studente contestatore di quell’ateneo come Elio Montanari – che accolgono il visitatore nell’esposizione fotografica introduttiva nell’Aula Magna dell’ex convento dei Tolentini – catturano alcuni momenti di quella stagione veneziana in cui l’Iuav tra il 1967 e il ’68 fu occupato addirittura per nove mesi, “esportando” un modulo di contestazione che poi sarebbe esploso in quasi tutte le università italiane e aprendo anche alla città le porte dell’ateneo.

Ma quelle immagini ancora nitide e confuse insieme, con gli studenti appollaiati sul tetto dei Tolentini con il megafono o impegnati a stendere striscioni polemici, a presidiare ingressi, a riunirsi in assemblea, a pretendere il voto fiscalizzato uguale per tutti dai professori, riviste oggi, hanno perso qualsiasi carica “eversiva” e si offrono al nostro sguardo in una dimensione rarefatta, che è insieme estetica e antropologica, ma sicuramente non più politica.

«Con questa mostra» ha detto non a caso il rettore dell’Iuav Alberto Ferlenga, presentandola ieri in Aula Magna con le curatrici Monica Centanni, Fernanda De Maio, Michela Maguolo e Raimonda Riccini «non vogliamo né la rimozione, né la celebrazione del ’68 dell’Iuav, ma una riflessione su quel periodo collegata anche al presente, analizzando anche l’iconografia, attraverso le immagini e i documenti d’epoca». Una delle curatrici, Fernanda De Maio – come lei stessa ha ricordato ieri – nel ’68 aveva un anno. Un’altra, come Monica Centanni, era sul fronte politico esattamente opposto a quello dei contestatori di allora. E allora la mostra dell’Iuav – intitolata “1968 - Iuav - 2018” – non può e non vuole proporsi sul filo di un ricordo sbiadito o del tutto assente, ma piuttosto come una rilettura attualizzata di quel momento storico, anche con momenti ludici. Come il grande gioco dell’oca riprodotto con cui gli studenti di allora rendevano anche graficamente le “strategie” di rapporto con l’ateneo, i professori, le loro incombenze.

Documenti e lp

Nelle Galleria del rettorato e in Aula Magna accanto alle fotografie di quegli anni “formidabili» – come li chiamerebbe Mario Capanna – sfilano anche sui muri e nelle teche le raccolte di volantini, fascicoli, documenti che illustrano quelle prese di posizione e anche il dibattito politico e culturale che le supportava all’interno e all’esterno dei Tolentini. Nella Galleria detta la ghiacciaia, al primo piano della sede dell’Iuav, i giovanissimi studenti di Design della comunicazione di oggi hanno raccolto le copertine dei dischi pop e rock di riferimento dei loro coetanei di quegli anni, che fossero “Storia di un impiegato” di Fabrizio De Andrè o “Beggars Banquet” dei Rolling Stones. Nella biblioteca dei Tolentini sono in evidenza, invece, libri e riviste che si riferiscono alla data “fatidica” del ’68. Una mostra, collettiva, multifocale, polifonica – come enunciano le stesse curatrici – che vuole mettere idealmente a confronto due generazioni. Quella degli studenti di allora – che spesso sono o stati poi i professori dell’Iuav di oggi – e quella dei contemporanei, che li studiano con la curiosità di un entomologo che non si prende troppo sul serio. –



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