Deaver, Faletti e il libro di cucina che il destino non ha voluto

Lo scrittore racconta  il progetto interrotto per la morte del collega  «Lui avrebbe scritto le ricette americane»

PORDENONE

Il re del thriller Jeffery Deaver ama molto cucinare e voleva «scrivere con Giorgio Faletti, prima che lui scomparisse, il 4 luglio 2014, un libro di ricette». Purtroppo non hanno fatto in tempo, ma «la cosa buffa è che io avrei scritto quelle italiane e Faletti quelle americane» racconta Deaver al suo arrivo a Pordenone, dove oggi aarà protagonista di uno degli incontri più attesi del festival pordenonelegge con il suo nuovo libro “Il taglio di Dio” (Rizzoli).

Originario di Chicago, dove è nato nel 1950, Deaver è un grande estimatore della cultura italiana «che si tratti di automobili, di moda, di cibo. A me piace molto cucinare, spesso piatti italiani» dice lo scrittore che ha ambientato il suo precedente libro, “Il valzer dell’impiccato” proprio in Italia. Convinto che un romanzo debba essere «preparato con grande cura dei dettagli», debba «coinvolgere il lettore in un’esperienza forte» e sempre più interessato «alla tv piuttosto che al cinema», questa volta Deaver ha messo al centro della sua storia lo spietato mondo del commercio dei diamanti. Una sfida per lo straordinario intuito del suo investigatore tetraplegico Lincoln Rhyme e per la bella collega Amelia Sachs.

«Lincoln è diventato popolare perché è un personaggio diverso, in cui prevale la mente» dice lo scrittore americano. «I diamanti hanno sempre avuto un ruolo molto interessante, a un certo punto anche di tipo religioso. Era considerato addirittura un peccato tagliare un diamante perché veniva ritenuto il cuore di Dio. Quando però gli esseri umani si sono resi conto che con i diamanti avrebbero potuto guadagnare dei soldi, non è stato più un peccato tagliarli» spiega Deaver.

Tra i suoi autori italiani preferiti, cita Andrea Camilleri, Gianrico Carofiglio e Carlo Lucarelli. —

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