È pura energia: Jovanotti scatena la musica

PADOVA. «Ciao Veneto, nordest del nostro Paese, il più pazzo del mondo». Jovanotti saluta il suo pubblico: a Padova il primo dei due concerti del suo trionfale tour 2018 è appena iniziato, nel ritmo travolgente di “Ti porto via con me”. Il caldo nell’Arena della Fiera è già soffocante; tra poco saranno aperte le grandi porte per far circolare aria ma intanto Jova ci scherza sopra: «Sentito che fresco? Fatto apposta: è la sauna prima della prova costume». Il pubblico è già tutto con lui, migliaia di voci in coro dall’inizio alla fine di questo concerto travolgente.
Lunghe, ordinatissime file alle biglietterie e per entrare, e dentro i 13 enormi lampadari stile ballroom americana e il palco con la lunga passerella, a T così che Jovanotti va in mezzo agli spettatori, quasi a toccarli. Fin dalle prime occhiate al salone delle feste del “Lorenzo Live 2018” il pubblico capisce di trovarsi di fronte a uno dei più spettacolari show di Jovanotti.
Lo show comincia alle 21.20 dopo l’Ouverture del Guglielmo Tell di Rossini con un cartoon realizzato dal fumettista Manuele Fior, basato su un’idea di Lorenzo che vede come protagonista un Jova Don Chisciotte. Quattro minuti, e arriva lui: parte dalla canzone che chiudeva il tour 2015, “Ti porto via con me”. Con lui la sua super band: Saturnino (basso), Riccardo Onori (chitarra), Christian Rigano (tastiere e synth), Franco Santarnecchi (piano e fisarmonica), Gareth Brown (batteria), il veneziano Leo Di Angilla (percussioni) (per lui una presentazione speciale, «è pazzesco, pensate che l’abbia trovato a Cuba? No, a Venezia. È veneto come voi. Sua moglie è qui in prima fila con tre dei suoi cinque figli»), Gianluca Petrella (trombone), Jordan McLean (tromba) e Matthew Bauder (sax). La scaletta serratissima è costruita con 30 canzoni. C’è tempo anche per parlare con il pubblico: «Ho visto il ponte di Darwin qui a Padova. Uno dei motivi importanti dell’evoluzione è quando uno fa la cosa sbagliata ma nel momento giusto. L’evoluzione a volte torna indietro ed è quando succede la cosa sbagliata nel momento sbagliato. Sono 30 anni che vado in giro a fare anche la figura dello stupido sostenendo che la nostra epoca è un’era formidabile e complessa. Il fatto che non sappiamo cosa succederà domani la rende interessante ma ci sono cose che mi fanno paura. Cose che si possa parlare di razzismo, il fatto che un politico debba dire: “Io non sono razzista”, come se ci dovesse essere bisogno di dirlo. La concezione razza è una cosa sbagliata nel momento sbagliato. Le razze non esistono. Le cose vanno bene quando il mondo si apre non quando si chiude. Continuate a sbagliare ma fatelo nel momento giusto». Dopo “Ti porto via con me”, “Le canzoni”, “Oh, vita”, “L’ombelico del mondo” con i ballerini gonfiabili colorati in mezzo al pubblico. In mezzo tante citazioni in onore al Veneto: le città, lo spritz. Un set acustico e gran finale con “Viva la libertà”. Martedì si replica.
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