“Ecco a voi”: Pippo Baudo per sfogliare la storia italiana

Il celebre presentatore inaugura il ciclo di Padovalegge dedicato ai testimoni del nostro tempo  
Pippo Baudo in una foto d'archivio del 2 ottobre 2016. ANSA/GIORGIO ONORATI
Pippo Baudo in una foto d'archivio del 2 ottobre 2016. ANSA/GIORGIO ONORATI

PADOVA. Il primo, il prossimo 9 aprile, sarà Pippo Baudo, ma il progetto è poi destinato a protrarsi nel tempo: un appuntamento ogni due mesi con uno dei protagonisti delle “Storie d’Italia”.

L’associazione “Padovalegge” apre martedì prossimo, appunto con Pippo Baudo, un nuovo fronte nelle sue iniziative a favore di una cultura diffusa, che renda più consapevole il cittadino. «Il nostro intento» racconta l’avvocato Fabio Pinelli, presidente e anima della associazione «è quello di raccogliere fondi per creare delle borse di studio da assegnare agli studenti della Università di Padova, con cui lavoriamo da tempo. Nello stesso tempo però vogliamo diffondere una cultura politica, intesa in senso ampio. Ci proponiamo di essere un laboratorio di idee senza una connotazione ideologica predeterminata. Per questo abbiamo ospitato nei nostri incontri personaggi come Violante, come Gentiloni, Tremonti, Calenda. A settembre abbiamo portato a Padova, per confrontarsi sulla autonomia con il Presidente della Regione Veneto, Zaia, il ministro per gli Affari Regionali Erika Stefani; tra alcune settimane ospiteremo un dibattito sulla “flat tax” con il sottosegretario Armando Siri, che è quella che l’ha proposta; a gennaio scorso abbiamo organizzato un convegno sulle classi dirigenti che è un altro tema decisivo per il nostro paese».

essere consapevoli

Un impegno culturale che incrocia la politica: «Lo scopo» dice ancora Pinelli «è quello di coinvolgere i cittadini non solo al momento del voto, ma nel dibattito intorno ai temi che riguardano le scelte che il paese deve fare. La vera democrazia è questa, non solo andare a votare, ma farlo in modo consapevole, avendo la possibilità di capire quali sono le proposte».

E in tutto questo che c’entra Pippo Baudo? «Discutendo tra noi» spiega Pinelli «ci siamo chiesti se non fosse il caso di affiancare a queste attività anche un nuovo progetto, attraverso il quale raccontare alcune storie italiane, ovvero proporre incontri con i personaggi che in qualche modo hanno unito l’Italia in questi anni, grazie al loro lavoro, alle loro ricerche. E Giustina Destro ha aderito a questa idea e la sta promuovendo». Scegliendo come primo di questi personaggi un uomo di spettacolo, ma forse molto di più, come Pippo Baudo.

«Qualche anno fa» racconta Giustina Destro «ho sentito raccontare da Pippo Baudo la storia della Rai, poi ho letto il suo libro “Ecco a voi. Una storia italiana”, e ho pensato che era la persona giusta per dare il via a questo progetto. Perché è stato un grande protagonista della vita italiana degli ultimi sessant’anni: ha accompagnato il paese dagli anni del boom economico fino a nostri giorni. È un uomo di spettacolo, ma la sua storia coincide con quella del nostro paese e per questo è un testimone prezioso».

Perché questo è l’intento della iniziativa. «Stiamo perdendo la memoria, mentre ricordare è un dovere» dice Giustina Destro «e per questo abbiamo bisogno di incontrare chi ha vissuto da protagonista o da testimone molte delle vicende che hanno caratterizzato il paese. I giovani devono poter incontrare chi ha vissuto grandi esperienze e può trasmetterle».

Con l’università

Ecco allora che nel prossimo futuro Fabio Pinelli e Giustina Destro sperano di portare a Padova personaggi come Carlo Rubbia, come Liliana Segre, “grandi vecchi” – «si potrebbe dire – che rappresentano un pezzo importante della storia del Novecento. «Sì, certo» dice Giustina Destro « vogliamo portare chi ha vissuto la storia italiana, ma questo non vuol dire che non potremo chiamare anche personaggi più giovani, purché abbiano però da raccontare in prima persona qualcosa del nostro passato».

Il tutto sempre in collaborazione con l’Università. «Il nostro legame con l’Università di Padova» dice Fabio Pinelli «è fondamentale. Poter ospitare molti dei nostri incontri nell’Aula Magna è importante, così come poter coinvolgere molti dei docenti del Bo è naturalmente un arricchimento del progetto. Il Rettore Rosario Rizzuto ha avuto la lungimiranza di proporre l’Università non solo come luogo della didattica, ma anche di incontro culturale per tutta la città. E di questo gli siamo grati». —


 

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