“Fuga da Reuma Park”

Venticinque anni (di carriera) e cercare di non dimostrarli. Aldo, Giovanni e Giacomo tornano al cinema per la nona volta con una serie ininterrotta di gag, il cui solo fine è di cercare un effetto di umorismo continuo, basato sul paradosso e sull’assurdo, tutto fondato sull’improvvisazione, a scapito del film, che più ancora che nel passato, non c’è. “Fuga da Reuma Park” ha un suo canovaccio di partenza, in cui i tre eroi - visti fra trent’anni - sono ospiti di una casa di ricovero a metà strada tra un luna park e un lager. Giacomo è in sedia a rotelle, attaccato a una flebo di Barbera e gira con una pistola giocattolo, Giovanni ha la memoria corta, parla con i piccioni e riesce ancora a distrarsi con le procaci infermiere. Aldo è stato abbandonato dai figli la mattina di Natale. Insomma c’è bisogno di uno scatto di dignità, ovvero una bella fuga inscenata la notte di Natale con i vegliardi intenti alla tombola. “Fuga da Reuma Park” diventa quindi un omaggio alla carriera del trio, con una citazione antologica dei loro personaggi famosi (i sardi, gli svizzeri ticinesi, il fan, i bulgari, Tafazzi, il cammello e l’avvoltoio) che compaiono qua e là, dal vero, sullo schermo o citati attraverso la televisione. Il cinema è altro, ma Aldo, Giovanni e Giacomo divertono ancora. (mi.go.). Durata: 90’. Voto: ** ½
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