Geografia di terra e battaglie così era il Veneto del ’15-’18

Un’opera monumentale basata sul materiale dell’Archivio di Stato di Firenze riporta alla memoria le sezioni del fronte che ha cambiato il volto della regione
Di Cristiana Sparvoli
AGOSTINI AG.FOTOFILM TREVISO CODA MOSTRA IMPRESSIONISMO A S. CATERINA
AGOSTINI AG.FOTOFILM TREVISO CODA MOSTRA IMPRESSIONISMO A S. CATERINA

di Cristiana Sparvoli

Una pubblicazione monumentale, che racconta come un secolo fa il Veneto fu terreno delle battaglie e degli scontri cruentissimi che mutarono la storia del giovane Regno d’Italia e dell’Europa intera. Nel cuore delle celebrazioni per il centenario del primo conflitto mondiale 1915-1918, e nella rievocazione di quel tragico 1917 (“l’An de la fan”), dopo che nel novembre le popolazioni civili venete dovettero subire l’invasione dell’esercito austroungarico che aveva forzato le difese italiane a Caporetto, è in uscita l’opera editoriale “Cartografia militare della Prima Guerra Mondiale. Cadore, Altopiani e Piave nelle carte topografiche austro-ungariche e italiane dell’Archivio di Stato di Firenze”. La cura è stata affidata ad Aldino Bondesan, professore associato del Dipartimento di Geoscienze dell’Università di Padova, e a Mauro Scroccaro, storico e collaboratore di Marco Polo System, progetto nato a Venezia nel 2000 come strumento di cooperazione internazionale in materia di cultura, turismo culturale, sviluppo territoriale e dialogo tra i popoli europei e del Mediterraneo.

Il pool che ha dato alle stampe l’imponente cartografia è composto da Marco Polo System, Archivio di Stato di Firenze, Antiga Edizioni, Università di Padova e Regione del Veneto, che ha sostenuto economicamente la realizzazione. Per la prima volta è stata ricostruita, in modo pressoché totale, la geografia del Veneto durante il primo conflitto in epoca moderna che sconvolse sul nascere il “secolo breve”. Quasi 250 carte riprodotte integralmente, in maggioranza di provenienza austroungarica, ma con un nucleo di produzione italiana e uno di fattura britannica, che riportano alla memoria le varie sezioni del fronte che - tra il 1915 e il 1918 - ha “devastato” il volto del Veneto.

Dalle trincee ai campi di volo, dalle teleferiche agli schieramenti delle artiglierie, tutto minuziosamente documentato in un insieme unico per dare conto di quale fosse la realtà e l’organizzazione territoriale del Veneto durante la Grande Guerra. Dolomiti, altipiani, fascia prealpina, colline, città d’arte, pianura, laguna e litorali sono ancora oggi custodi di testimonianze che segnano il passaggio degli eserciti e delle battaglie. L’itinerario dell’attuale geografia veneta è punteggiato di fortificazioni, vecchie strade del “Genio”, resti di trincee, cimiteri di guerra, sacrari, monumenti ai caduti ormai integrati in paesaggi urbani o rurali radicalmente mutati e avulsi dalla “memoria patria” di cento anni fa.

A rimettere insieme il complesso puzzle degli avvenimenti bellici arriva quindi l’opera cartografica, nata su input di Marco Polo System, partner del progetto Interreg Italia-Slovenia “Alisto-Ali sulla storia”. In quell’ambito, curò la parte di ricerca storico-scientifica finalizzata alla ricostruzione del paesaggio storico della zona transfrontaliera, attraverso le fotografie e i documenti della ricognizione aerea della prima guerra mondiale. Fu in quel tragico periodo che, per la prima volta, centinaia di migliaia di immagini riprodussero, quasi centimetro per centimetro, il territorio veneto del conflitto. Nell’ambito del lavoro di ricostruzione “paesaggistica”, i ricercatori hanno riportato alla luce un fondo che giaceva dimenticato nei depositi dell’Archivio di Stato di Firenze, rimasto sconosciuto anche agli stessi studiosi di storia del Novecento. Ora verrà reso noto grazie alla pubblicazione che ha visto il coordinamento scientifico del Comitato di Ateneo per il centenario della Grande Guerra dell’Università di Padova, grazie alla collaborazione con l’Archivio di Stato di Firenze e all’ apporto tecnico di Antiga Edizioni, mettendo a disposizione informazioni e conoscenze altrimenti ricostruibili solo attraverso faticose consultazioni in archivi sparsi tra Roma e Vienna.

«Si tratta di un esempio virtuoso di editoria, che svela geografie inedite, grazie alla scoperta di documenti perduti e nuove tecniche di ricostruzione» sottolineano i fautori del progetto «dimostrazione di come l’agire nell’ambito della programmazione europea possa avere importanti ricadute anche al di fuori dei singoli progetti».

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