Guernica, icona universale di pace e filo che legò l’amicizia all’arte

A Padova il Cartone che servì per creare l’arazzo oggi esposto all’Onu, un’occasione di riflessione
SANDRI - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - REPRO FOTO CATALOGO PICASSO.
SANDRI - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - REPRO FOTO CATALOGO PICASSO.

SERENA BACCAGLINI

Il Cartone di Guernica, che ho scoperto dopo una lunga ricerca, nasce da un valore fondamentale, l’amicizia, che ha portato ad una collaborazione del tutto innovativa tra uno dei più grandi mecenati, Nelson Rockefeller, e uno degli artisti più geniali e influenti del ’900, Pablo Picasso, che ha coinvolto l’artista Jacqueline de la Baume Durrbach, capace di ricreare e “tessere” un dipinto con l’antica arte dell’arazzo.



All’origine del progetto, Picasso su sollecitazione di Rockefeller, decide di ridare vita a Guernica, opera ricca di valori simbolici, la più drammatica denuncia degli effetti devastanti prodotti dalla guerra. Guernica è il primo di una serie di 26 cartoni, che la Durrbach, sotto la direzione, la supervisione, “le correzioni” di Picasso, tesse, traducendoli in arazzi, in un lungo arco di tempo (1955-1973), caso unico nella storia dell’arte del ’900. Questa storia meravigliosa, che vogliamo trasmettere, vede una sinergia speciale fra tre personalità geniali, Rockefeller, Picasso, Durrbach, una sinergia talmente speciale che non si sa dove inizi e dove finisca l’intervento di ognuno dei tre protagonisti.

Il dipinto di Guernica, fatto per l’Expo di Parigi del 1937, era stato mandato da Picasso in Europa, in Sud America e negli Stati Uniti, dove, dal 1958, era esposto al MoMA. La sua fragilità, dopo tanti spostamenti, indusse Rockefeller a coinvolgere l’amico Picasso nella sua trasformazione in arazzo.

L’archivio Rockefeller contiene la memoria dell’accordo e tutti i relativi dettagli, da aprile 1955 si precisano le modalità per acquisire l’arazzo che doveva essere realizzato con la completa supervisione e direzione di Picasso e con il suo totale accordo furono scelti gli 11 colori utilizzati.



In una lettera dell’editeur per le commissioni degli arazzi, Petronella Van Doesburg a Rockefeller del 13 febbraio 1956 si afferma che: “Picasso finds the tapestry a masterpiece” e la sua soddisfazione era tale (“enchanté” la parola usata) da affermare che solo i Durrbach avrebbero in futuro potuto tessere le sue opere. Il Cartone di Guernica è quindi non solo un unicum ma il punto di partenza di un progetto irripetibile.

Accanto alla storia che determina la creazione del cartone vorremmo creare un percorso emozionale che porti lo spettatore a comprendere che l’opera non è un’illustrazione di un avvenimento ma la sua trasposizione in un insieme di immagini complesse che lo spettatore va guidato a comprendere. Si comprenderà quindi che Guernica va letta all’inverso da destra a sinistra, a l’inverso quindi come questo mondo in guerra che Picasso vuole descriverci.

Moltiplicando i punti di vista Picasso sembra frazionare lo spazio, un triangolo nel centro dell’opera che l’occhio a prima vista non percepisce guida lo sguardo in alto verso la luce: sono una serie di stimoli visivi che una volta che vengono percepiti e compresi, ci accompagnano in questa lotta contro il male rappresentato qui con grande forza dalla guerra.



Nel 2018, 80esimo anniversario della creazione di Guernica, 70esimo della nostra Costituzione, 100esimo dell’Armistizio che ha concluso la Prima guerra mondiale, esporre nel Museo della Terza Armata, istituzione che raccoglie cimeli unici della Grande guerra, il cartone di Guernica, raccontando questa incredibile storia tra tre geni del ’900, significa creare un evento che afferma e comunica valori fondamentali, soprattutto oggi: la pace e l’amicizia, quei valori che hanno determinato la creazione di queste straordinarie opere d’arte, di cui il cartone di Guernica è l’inizio.

Riaffermare in questo momento storico i valori alla base di questa creazione e il carattere filantropico dell’operazione basato sulla forte convinzione di Nelson sul “potere trasformativo dell’arte “significa ribadire l’importanza della “bellezza e dello spirito creativo” per ognuno di noi e il potere dell’arte nel comunicare valori. —



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