I film di Venezia fanno incetta di nomination “Roma” e “La favorita” già mattatori agli Oscar

Black e pop. L’edizione numero 91 degli Oscar è servita. Dopo l’annuncio ufficiale delle candidature, le due strade della cerimonia di premiazione del prossimo 24 febbraio sono segnate. Se con “Black Panther”, “BlacKkKlansman”, “Green book” e “Se la strada potesse parlare”, lo spettacolo, l’autorialità e i temi sono quelli di un cinema afro-americano alla riscossa tra intrattenimento e impegno civile, con “A Star is born” e “Bohemian rhapsody” l’Oscar suona sulle note di un’artista a 360° come Lady Gaga e sulla musica immortale dei Queen.
Niente nuove categorie
Non serviva, dunque, l’inserimento (inizialmente annunciato e poi abbandonato) di una nuova categoria, quella per il miglior film popolare: mai come quest’anno i membri dell’Academy sono stati sedotti dai grandi film di intrattenimento, campioni di incasso planetari, a cominciare proprio dal personaggio Marvel di Pantera Nera. Non era mai successo che una pellicola tratta da un fumetto arrivasse a contendersi l’Oscar nella categoria più prestigiosa del miglior film. E proprio i super eroi potrebbero essere i protagonisti sul palco del Dolby Theatre di Los Angeles: dopo la rinuncia di Kevin Hart a condurre la serata (colpa di vecchi tweet omofobi), sembra si profili una staffetta di presentatori composta dagli attori che al cinema danno il volto agli Avengers. Dunque, un Oscar nero e popolare ma anche – non è una novità – di ascendenza veneziana.
Dalla laguna
Tra i film con più nomination ci sono proprio quelli presentati (e premiati) alla Mostra del Cinema. Anzi, “Roma” di Alfonso Cuarón (Leone d’oro) e “La favorita” di Yorgos Lanthimos (Gran Premio della Giuria) sono in assoluto i mattatori delle candidature (dieci a testa). Due in più di “A star is born” di Bradley Cooper, altro successo festivaliero presentato fuori concorso. Una sola (pesante) nomination al Van Gogh di “Sulla soglia dell’eternità” che ha già fruttato a Willem Dafoe la Coppa Volpi per il migliore attore al Lido. Candidature anche per altri due film della Mostra: 4 per “First man” e 3 per “La ballata di Buster Scruggs” dei Coen, targata (come “Roma”) Netflix. La scalata della piattaforma streaming agli Oscar è completata: Hollywood si schiera, evidentemente, dalla parte dei film, a prescindere da distribuzione e fruizione in sala delle opere. L’Amarcord di Cuarón ne è il simbolo: fa il pieno nelle categorie più importanti, eccetto quelle maschili.
la forza delle donne
E non poteva essere altrimenti per un’opera sulla forza delle donne (sia l’indigena Yalitza Aparicio che Maria De Tavira sono candidate, rispettivamente, come migliore attrice protagonista e non protagonista). L’autore messicano (che ha già vinto la statuetta per “Gravity”) concorre anche nella categoria di miglior regista insieme a Spike Lee (BlacKkKlansman) che nel 2016 boicottò gli Oscar definendoli “troppo bianchi”, al polacco Pawel Pawlikowski (Cold war), ad Adam McKay (Vice) e al greco Yorgos Lanthimos che, con “La favorita”, porta in trionfo le sue tre attrici: Emma Stone e Rachel Weisz (non protagoniste) e Olivia Colman (Coppa Volpi a Venezia) come protagonista, in una cinquina che annovera veterane come Glenn Close (The wife) e autentiche sorprese come Lady Gaga (cui difficilmente sfuggirà l’Oscar per la miglior canzone). Tra gli attori, oltre a Dafoe/Van Gogh, conquistano la nomination Bradley Cooper, Christian Bale (eccezionale la sua trasformazione fisica in “Vice” nei panni di Dick Cheney), Viggo Mortensen (Green book) e il fresco vincitore del Golden Globe Rami Malek, per tutti la versione cinematografica di Freddie Mercury. Nella categoria degli attori non protagonisti il pronostico è aperto: tra Adam Driver (BlacKkKlansman), Mahershala Ali (Green book), Sam Elliott (A Star is born), Sam Rockwell (Vice) e Richard E. Grant (Can You Ever Forgive Me?), l’Oscar non sembra avere un vincitore in pectore.
Italia alla finestra
All’Italia non resta che fare il tifo: smaltita la delusione per la mancata candidatura di “Dogman” di Matteo Garrone, l’Oscar per il miglior film straniero prenderà un’altra strada. Per il Messico (Roma), la Polonia (Cold war), il Giappone (Un affare di famiglia), il Libano (Cafarnao) e la Germania (Opera senza autore: anche quest’ultimo in concorso a Venezia) il sogno di conquistare Hollywood è ancora possibile. —
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