Il fotografo: «Sul razzismo è in atto una battaglia Vincerà l’integrazione»
TREVISO
Pubblicizzare dei vestiti senza vestiti, attraverso il nudo. Il paradosso è solo in apparenza. «Il valore del nudo va visto, non serve spiegarlo, ognuno avrà la sua interpretazione. Ci sono quelli che credono che il razzismo sia uno stereotipo, quelli che si arrabbiano o che applaudono. Il mio nudo rimanda a San Francesco, al suo Cantico delle Creature e alla fratellanza» sentenzia Oliviero Toscani, riferendosi a “Nudi come”. «Tradotto: la convivenza dei popoli è l’unica soluzione percorribile per salvaguardare il futuro del mondo».
A un anno dal sodalizio tra lei e Luciano Benetton, come procede il progetto?
«Benissimo, stiamo lanciando messaggi importanti, prima la campagna con la classe di alunni provenienti da tutto il mondo, poi i migranti sul canotto e ora i “nudi e puri” che rimandano a San Francesco e alla Città Futura, il traguardo da raggiungere».
Lei fotografa la multiculturalità mentre l’Italia chiude i porti. Cosa ci attende?
«Il problema del razzismo è un’emergenza seria. Il finale dell’Italia che chiude i porti sarà contenuto in una mia foto disponibile a breve, ma non voglio dire altro».
Di fronte alla paura del diverso quale può essere l’antidoto sociale?
«La cultura. Bisogna imparare a essere civili e capire che la diversità è ricchezza. L’incontro tra i popoli c’è sempre stato, ma la Lega non lo capisce. È molto più facile essere ignoranti e beceri».
Qual è il valore della sua fotografia?
«Voglio rimarcare il fatto che il razzismo che si sta manifestando in questi mesi è una battaglia che finirà con la vittoria dell’integrazione». —
V.C.
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