«Il nostro circo è immersione totale»

VENEZIA. La compagnia Baro d’Evel Cirk, tribù immaginaria di danzatori, acrobati, attori, cavalli, pappagalli e un corvo, inaugura oggi alle 21 il Festival Internazionale del Teatro della Biennale al Vega di Marghera. Si tratta per certi versi di un ritorno, perché il Festival aveva per prima sottoposto all’attenzione del pubblico italiano 17 anni fa il fenomeno affermatosi in Francia come Nouveau Cirque . “Bestias,” così si intitola lo spettacolo, viene presentato per la prima volta in Italia. Tra i protagonisti, la cantante e acrobata Camille Decourtye e il clown Blaï Mateu Trias.
Quanto di circense e quanto di teatrale c’è nello spettacolo che proponete?
«La compagnia impiega insieme diversi linguaggi quali il teatro e il circo, ma anche danza, musica, canto, manipolazione di oggetti, scenografia, luce e suono. Ogni spettacolo della compagnia è pensato come una partizione sonora, un viaggio sensoriale, un’immersione totale per lo spettatore».
Nello spettacolo sono impiegati anche animali. Hanno una funzione diversa rispetto al circo tradizionale?
«Gli animali fanno parte della compagnia allo stesso titolo degli uomini. La drammaturgia li prende in considerazione come attori chiamati a incarnano personaggi. I cavalli rappresentano la potenza, la fragilità robusta, la terra, ma conoscono anche disordine, caos, fuga.Gli uccelli hanno un altro rapporto con lo spazio, portano la dimensione dell’altezza, del volo della leggerezza, dell’aria. I corvi hanno un intelligenza acuta e misteriosa e simboleggiano paure, superstizioni e fantasticherie degli uomini. E il fatto che gli animali sono parte della vita e del lavoro della compagnia, riconduce artisti e spettatori in una dimensione del “qui e ora”».
Quanto può favorire l’avvicinarsi di nuove fasce di pubblico allo spettacolo dal vivo una proposta che supera le barriere della lingua e mette in scena uno spettacolo in grado di essere compreso in tutti i paesi e a tutte le età?
«Crediamo nel tendone perché ci permette di concepire il percorso dello spettatore e dello spazio di gioco. La drammaturgia si appoggia per noi tanto sullo spazio che sel suono e sulla scrittura teatrale. L’importanza che diamo a tutti questi parametri consente allo spettacolo di avere un’eco diversa in ogni spettatore a seconda della storia di ciascuno. Cerchiamo nel movimento,nell’acrobazia un impegno totale del corpo come una necessita di sfogo. Questo ci permette di pensare alla rappresentazione come una cerimonia, un viaggio che si gioca e si inventa ogni sera».
Si replica il 27 e il 28 luglio. Abbonamento famiglie, 1 adulto e 2 minori sotto i 14 anni pagano 33 euro anziché 50. 041.5218828; promozione@labiennale.org.
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