«Il nostro segreto, amicizia e buona musica»

I “Comunisti col Rolex” J-Ax e Fedez stasera in concerto a Padova e domani a Conegliano
Di Michele Bugliari

J-Ax e Fedez, i due rapper “Comunisti col Rolex” per la prima volta insieme, si esibiranno alla Kioene Arena di Padova questa sera alle 21 e alla Zoppas Arena di Conegliano domani alle 21.

Nel concerto oltre ai pezzi di “Comunisti col Rolex” farete i brani delle vostre carriere soliste scambiandoveli?

«Non scambiandoceli, ma insieme. Canteremo molti vecchi successi da “Domani smetto” a “Magnifico”».

Gli arrangiamenti delle canzoni del nuovo album saranno diversi dal vivo?

«Ci saranno delle belle sorprese e Fedez, in particolare si divertirà suonando un po’ la chitarra elettrica già nel primo pezzo “Musica del cazzo”».

Con voi ci sarà una band numerosa?

«Una band d’eccezione, con Marco Arata alla chitarra, Paolo Jannacci alle tastiere e fisarmonica, Steve Luchi alla batteria e una donna al basso, Linda Pinelli».

Le parti dei tanti ospiti canori del disco insieme le faranno i coristi?

«Esatto. Avremo al nostro fianco amici che ci hanno accompagnato anche nel passato: Space One con J-Ax e Sopreman con Fedez, e le tre coriste Vivian Grillo, Sabrina Fiorella e Sewit Jacob Villa».

Il tour sarà registrato per un cd o un dvd dal vivo?

«Per ora no».

La prima collaborazione fra voi risale al 2015. Ma come è nata l’idea di un intero album insieme?

«È stato tutto molto naturale. Uscita “Vorrei ma non posto”, che è stata un grande successo, abbiamo pensato: perché non provarci? Ci siamo trovati a scrivere e un po’ alla volta il disco ha preso forma. Tra noi due c’è una bella intesa, ci scambiamo le ispirazioni e impariamo molto uno dall’altro».

Quanto hanno pesato le differenze generazionali nel vostro rapporto?

«Non pesano, anzi lo rendono divertente. Nonostante le nostre diversità e la differenza generazionale siamo riusciti a creare prima di tutto un’amicizia solida, poi una sintonia artistica vincente. Dopo anni che ci conosciamo, ci sentivamo pronti a una collaborazione e ognuno ha messo sul tavolo le proprie esperienze. Ci hanno accusato di essere una coppia che fa canzoni scritte a tavolino ma non è vero. Facciamo solo quello che ci piace».

Con “Comunisti col Rolex” avete cercato di trasformare un’accusa in qualcosa di positivo?

«Si tratta di un’etichetta che hanno usato per descriverci in diverse occasioni giornalisti e hater. Abbiamo voluto ribaltare il significato e renderlo positivo, perché se raggiungi il successo in modo onesto non c’è motivo per nascondersi».

Ve la prendete con Jovanotti che fa il «miliardario sotto costo», come mai?

«Non è una cosa strettamente contro Jovanotti, anzi. Volevamo dimostrare che esistono due pesi e due misure a seconda che si parli di noi o di altri».

Era da anni che non si sentiva più parlare di comunisti, il titolo del cd sembra venire da un’era lontana.

«La parola comunisti è obsoleta in quanto termine politico, ma non lo è nel linguaggio comune, si usa ancora».

In “Vorrei ma non posto” prendete le distanze dalle distorsioni del web ma poi vi buttate a capofitto nelle polemiche sui social.

«In realtà nelle polemiche ci tirano in mezzo agli altri».

Recentemente siete stati vittime di una bufala relativa a un falso arresto per droga.

«C’è un business sulle fake news che attirano clic sui social e fanno guadagnare gli editori a discapito di personaggi mediatici».

Dopo il tour inciderete un nuovo disco in studio insieme?

«Chi può saperlo, intanto ci godiamo quello che stiamo facendo ora».

Biglietti su www.zedlive.com. Per Padova, 55 euro; per Conegliano, 32 e 48 euro.

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