La lezione dei monaci sul paesaggio
«Esistono luoghi che non sembrano essere mai stati segnati dall’usura del tempo. Sono luoghi antichi, ma che non sono rimasti tali, e nei quali la vita scorre come linfa vitale seguendo un’unica legge: “Ora et Labora”. La regola benedettina, scritta un millennio e mezzo fa da fra’ Benedetto da Norcia, ha resistito per secoli uguale a se stessa. Il segreto della felicità nella preghiera e nelle piccole azioni quotidiane. Nella natura e nel paesaggio.
I monasteri benedettini sono da sempre custodi di fede e di cultura, con i preziosi e antichi salteri e codici medievali, ricette della natura. Un mondo antico e di grande attualità. Il pensiero e la tradizione benedettina, di conservazione della cultura e del paesaggio, rappresentano un modello esemplare ancora oggi per custodire il paesaggio e difenderlo dal degrado e da trasformazioni spesso distruttive.
Sulla base di queste riflessioni l’Abbazia di Praglia e l’Università degli Studi di Padova hanno dato vita al progetto “Armonie composte”, tre giorni di seminari e incontri con visite guidate sul tema del paesaggio monastico. Studiosi italiani e stranieri di diverse discipline si confronteranno a partire da oggi pomeriggio alla ricerca di «strategie e modelli armonici di gestione del territorio».
Il primo degli incontri, che si terranno nel centro convegni dell’abbazia di Praglia, tratta del “Paesaggio costruito, il paesaggio nell’arte”, a cura di Gianmarco Guidarelli e Elena Svalduz. Alla presenza dell’abate Norberto si parlerà del pensiero benedettino, la sua ricaduta sul territorio e il contributo delle diverse espressioni artistiche nella elaborazione del concetto di paesaggio. Particolare l’attenzione al contesto rurale. Oggi, come mille anni fa, la cura del territorio nelle attività quotidiane e il rispetto del paesaggio sono ancora presenti nei conventi benedettini e nell’abbazia di Praglia. L’immagine dell’abbazia sotto la collina con i suoi campi coltivati come nel Medioevo, è la rappresentazione classica di questo concetto.
Sabato pomeriggio la tavola rotonda conclusiva su “Paesaggio e comunità, la ricerca di un equilibrio”. Partecipano Andrea Alberti, soprintendente per il Veneto Orientale, Viviana Ferrario dell’Università Iuav di Venezia, Mauro Maccarinelli monaco dell’abbazia e l’architetto Simone Sfriso, della Tam associati, curatore del Padiglione Italia della Biennale 2016. Coordina Giovanna Valenzano con una introduzione di Giovanna Mariani Canova.
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