La nuova idea di Christo: il fiume impacchettato

Il celebre “land artist” sarà giovedì prossimo Venezia per parlare delle future installazioni
17/06/2016 Sulzano (BS), il 18 Giugno aprirà al pubblico l'installazione"The floating piers", un ponte sospeso sul lago d'Iseo, nella foto l'ideatore del progetto Christo Vladimirov Yavachev
17/06/2016 Sulzano (BS), il 18 Giugno aprirà al pubblico l'installazione"The floating piers", un ponte sospeso sul lago d'Iseo, nella foto l'ideatore del progetto Christo Vladimirov Yavachev
Christo si fermerà a Venezia. Il famoso artista statunitense dopo essere stato uno dei protagonisti del “Nouveau Realisme”, tra gli esponenti di punta della “land art” con interventi collocati direttamente sul territorio, per modificarne temporaneamente aspetto o funzioni, sarà in laguna giovedì 19 ottobre all’Auditorium di Santa Margherita invitato da Ca’ Foscari per una “lecture” alle 17, organizzata dall’ateneo in collaborazione con gli Archivi della Sostenibilità. Nell’occasione Christo parlerà del suo lavoro e dei suoi progetti, a cominciare dall’ultimo, “The Floating Piers”, realizzato la scorsa estate proprio in Italia, quando sul lago d’Iseo oltre un milione e 400 mila persone hanno camminato sui centomila metri quadrati di una fascia dorata, lunga 6 chilometri galleggiante sulle acque. Ma anche delle prossime due installazioni ambientali in cantiere. Il primo progetto, “Over the river», prevede l’“impacchettamento” di un fiume con della stoffa argentata. Una striscia di circa sei chilometri che, secondo il progetto suo e della compagna Jean Claude, scomparsa nel 2009, dovrebbe sospendersi lungo il corso del fiume Arkansas, in Colorado. Si pensa che l’opera non potrà vedere la luce prima del 2018. Oppositori permettendo, ovviamente. Il secondo lavoro, “Mastaba” prevede la realizzazione di un parallelepipedo composto da oltre 410 mila barili di petrolio vuoti nel deserto degli Emirati Arabi Uniti. Una scultura alta 150 metri, profonda 225 e lunga 300. Il progetto ha avuto una gestazione lunga oltre trent’anni, durante i quali ha visitato le zone desertiche degli Emirati Arabi Uniti alla ricerca del sito migliore. Ispirata nelle forme a una tipologia di antica tomba egizia, diventerebbe la più grande scultura al mondo e, al contrario dell’usuale produzione di Christo, sarebbe un’opera permanente. Christo nasce in Bulgaria nel 1935, dove inizia a frequentare l’Accademia di Belle Arti. Da quel Paese fugge in occidente nel 1956 alla ricerca di una libertà creativa che lo porterà ad attraversare l’Austria, la Svizzera e la Francia dove riuscirà a realizzare i suoi primi “progetti”, già al fianco di Jeanne-Claude che sarà la sua compagna di vita e di lavoro fino al 2009, anno della sua scomparsa. Christo e Jeanne-Claude non hanno mai voluto darsi limiti nel pensare alle dimensioni dei loro progetti.


La loro volontà di interpretare e riproporre territori e architetture trasformandone la percezione li ha portati a creare barriere di tessuto lunghe decine e decine di chilometri, a drappeggiare completamente il ponte più lungo e storicamente più importante di Parigi, a spargere più di settemila giganteschi ombrelli nelle valli di California e Giappone, a circondare con larghe fasce di tessuto galleggiante, rosa shocking, le undici isole della baia di Miami.
(e.t.)


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