“La sabbia negli occhi” in sala la malattia invisibile

VERONA. Un dramma che non si vede. Come un granello di sabbia negli occhi e la sensazione di avere un minuscolo, impercettibile corpo estraneo che brucia e fa male. Eppure rimane la manifestazione...
VERONA. Un dramma che non si vede. Come un granello di sabbia negli occhi e la sensazione di avere un minuscolo, impercettibile corpo estraneo che brucia e fa male. Eppure rimane la manifestazione più “comunicabile” di una malattia invisibile e, per questo, ancora più subdola. Perché, per un malato, non c’è nulla di peggio che non essere compreso. La sindrome di Sjögren è così: ti entra dentro senza mostrarsi, punendo due volte chi ne è affetto. Una patologia autoimmune, sistemica che può interessare diverse parti dell’organismo, in particolare gli occhi e la bocca, fino a provocare la progressiva distruzione delle ghiandole lacrimali e salivali. Il cinema diventa, per una volta, una cassa di risonanza potentissima per portare alla luce una malattia trasparente, invalidante, difficile da diagnosticare.


“La sabbia negli occhi” è il film scritto e diretto da Alessandro Zizzo per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’esistenza di una patologia quasi sconosciuta che colpisce soprattutto le donne. È il racconto di Beatrice (Valentina Corti), sposata con Sergio (Adelmo Togliani), impegnata come insegnante e come psicopedagogista nel mondo del volontariato. Un giorno scopre di soffrire di quella sindrome il cui nome è difficile da pronunciare: il granello di sabbia diventa un macigno che la trascina in una dimensione di dolore e fatica di vivere, impedendole di muoversi, sorridere, essere felice. Beatrice soffre ma resiste e prova a guardare in faccia la malattia, senza smettere di combattere tutti i giorni. Cade, si rialza, cade di nuovo ma si solleva ancora, sopportando a denti stretti e non chiedendo mai aiuto.


Il film è prodotto dalla A.N.I.Ma.S.S. (Associazione Nazionale Italiana Malati Sindrome di Sjögren) punto di riferimento per i pazienti, i paramedici e tutti coloro che sono in qualche modo colpiti o interessati dalla malattia: un’associazione che offre informazioni, assistenza, consulenza psicologica e si batte per il riconoscimento della sindrome come malattia rara per poter ottenere le esenzioni sanitarie. Con la sua presidente Lucia Marotta (a cui il film si ispira), malata da 19 anni, che ha fortemente voluto che il cinema adottasse la sua vicenda personale per trasformarla in una storia universale: quella di tante donne colpite da un nemico che entra, invisibile, nelle vene; resistono al dolore e lottano tutti i giorni. Un film per conoscere e condividere la loro condizione, anche solo per avere il diritto di sentirsi delle persone malate capite e non invisibili come la patologia che le schiaccia. Dopo l’anteprima nazionale di ieri a Verona - dove la A.N.I.Ma.S.S. ha la sua sede - alla presenza del regista e di Lucia Marotta, “La sabbia negli occhi” inizia un viaggio di sensibilizzazione che toccherà anche Venezia (Uci di Marcon, oggi) e Padova (Cinema Esperia, domani) e molte altre città italiane. Per dare il giusto peso anche ad un granello di sabbia.


Marco Contino


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