L’amore verso gli animali ci mostra la parte migliore dell’uomo, la capacità di dare senza aspettarsi nulla in cambio

Il diritto alla cura non è più solo per gli umani, ma da poco, anche per i nostri amici animali, quelli con cui condividiamo una quotidianità, una partecipazione alla vita fatta per lo più di...
Il diritto alla cura non è più solo per gli umani, ma da poco, anche per i nostri amici animali, quelli con cui condividiamo una quotidianità, una partecipazione alla vita fatta per lo più di dedizione e orgogliosa affiliazione.


È così che una signora ha avuto il permesso di assentarsi da lavoro per curare il suo “peloso”, il suo cane ammalato: non avendo nessuno che lo potesse curare, ha avuto questa possibilità di riconoscimento della necessità di essere presente alle sue cure. È un mondo che si evolve e, allontanandoci dalle polemiche e dalle demagogie in materia di dedizione verso gli animali, in realtà questo è un riconoscimento importante che decreta un principio inalienabile di civiltà. C’è un mondo vizioso, in realtà, che spesso fa polemica sull’amore che i cittadini hanno verso gli animali, è una parte piccola dell’opinione pubblica che critica l’amore per gli animali facendo dei capziosi distinguo pensando che chi ama gli animali non ama gli umani. In realtà l’amore verso gli animali appartiene a quegli atteggiamenti che riguardano il bene verso gli altri, e soprattutto verso chi ha un potere contrattuale basso rispetto agli altri: come i bambini, gli anziani, il mondo della natura e delle ampie povertà.


La critica verso l’amore che destiniamo agli animali appartiene a quell’universo critico dell’egoismo, dove si deve dare solo a chi ci assomiglia, dove il dare appartiene a una forma di restituzione e talvolta di monetizzazione, è una logica razionale che tende a liquidare il legame millenario tra l’uomo e la natura come inadeguato o folle.


L’Italia è un paese strano, carico spesso di contraddizioni e utopie, ma in certi aspetti del comportamento sociale si manifesta talvolta veloce e illuminato. Il rispetto verso gli animali è la parte più evoluta della nostra civiltà, occuparcene e tutelarlo vuol dire accettare le differenze e valorizzarne la parte profonda che fa sì che chi li rispetta, rispetterà parallelamente tutto il mondo dei più deboli. Di fatto, nella nostra quotidianità carica di sopraffazione del tempo accelerato, guardare il mondo dal basso, comprenderlo e tutelarlo, fa sì che si possa essere più generosi e attenti verso tutto ciò che non solo non è in grado di difendersi, ma subisce le nostre arroganze.


Pensare al nostro mondo animale come a un mondo che appartiene ancora a una visione selvaggia, quella di un passato arcaico dove i nostri amici animali vivevano nei giardini, nei fienili, dormivano al caldo delle stalle, annusavano l’erba medica, potevano scavare buche profonde e divertenti, potevano correre nei prati, pensare che esista ancora questo mondo vuol dire non essere consapevoli che il cemento oggi non consente agli animali alcuna libertà. È un mondo molto pet, sono animali che adoriamo, che ci accolgono quando rientriamo in case vuote, che sanno starci accanto anche nelle ore in cui non ci siamo. È amore senza restituzione, se non un osso, una scatoletta buona, l’acqua fresca e la possibilità di dormirci accanto. È un mondo che non chiede, ed è per questo che l’amore per loro è
diventato una necessità, perché ci allarga la possibilità di avere delle speranze verso tutto ciò che riguarda affettività e altruismo.


È il vuoto, è la sopraffazione della violenza che genera diffidenza, è il tradimento verso la fiducia tra umani, è la precarietà di poter incontrare l’altro senza la mediazione delle chat e dei social forum: l’amore che possiamo avere per gli animali è in realtà il tentativo di fermare il declino anche di una civiltà morente, che non sente più il bisogno di avere un futuro ed una appartenenza tra umani.


La solitudine e la paura di non avere più punti di riferimento ci fa andare verso gli animali, un amore necessario, il recupero di un legame antico: guardare nei loro occhi la verità, e soprattutto recuperare quei sentimenti di cui l’umanità ha ancora un assoluto bisogno.


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