“Libere, disobbedienti, innamorate”

“Tra terra e mare”, “né qui né altrove”. Il titolo originale dell’opera prima di Maysaloun Hamoud, “Bar Bahr” - che in italiano diventa “Libere, disobbedienti, innamorate” - suona più o meno così a...
29/03/2017 Roma, Casa del Cinema, photocall del film Libere, Disobbedienti, Innamorate, In Between, nella foto la regista Maysaloun Hamoud
29/03/2017 Roma, Casa del Cinema, photocall del film Libere, Disobbedienti, Innamorate, In Between, nella foto la regista Maysaloun Hamoud

“Tra terra e mare”, “né qui né altrove”. Il titolo originale dell’opera prima di Maysaloun Hamoud, “Bar Bahr” - che in italiano diventa “Libere, disobbedienti, innamorate” - suona più o meno così a seconda che lo si legga in arabo o in ebraico. Perché la vicenda di tre ragazze palestinesi che condividono un appartamento a Tel Aviv è una storia di “tra”. Tra libertà e oppressione, cultura occidentale e tradizione araba, ambizioni e realtà. Un limbo al quadrato, anzi al cubo, perché Leila (penalista che non vuole rinunciare alla propria indipendenza), Salma (dj omosessuale) e Noor (studentessa musulmana osservante) (soprav)vivono in quella dimensione geo-politica che le discrimina due volte, in quanto arabe e in quanto donne, lasciandole così sospese, sole (ma unite) su una terrazza ad osservare una città, una comunità e un Paese che ne rifiuta l’indipendenza e la ricerca di identità. Il racconto di Hamoud si smarca dalla facile denuncia per cogliere la forza di tre donne che non lottano solo “contro” (l’elemento maschile, retrogrado e stupratore) ma “per”. Per conquistare quel diritto di contare (come le scienziate di “Hidden Figures") che possa dare loro un centro di gravità, per uscire da un “tra” che ancora le soffoca in una dimensione di precaria transitorietà.

Marco Contino

Durata: 96’. Voto: ***

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova