Ligabue: «Con Riko canto l’Italia che non va»
Il cantautore stasera a Jesolo nella prima delle date venete del nuovo tour, atteso anche a Conegliano e Padova
VENEZIA. Il ciclone Ligabue con il suo “Made in Italy - Palasport 2017 Tour” travolgerà il Veneto a cominciare da oggi al Pala Arrex di Jesolo. Poi, giovedì sarà alla Zoppas Arena di Conegliano, mentre il 20 e 21 ottobre si esibirà all’Arena Spettacoli di Padova Fiere. Finalmente i fan del cantautore rock potranno applaudirlo, dopo che sono state annullate le date del 26 aprile di Jesolo, insieme a quelle del 21 e del 22 aprile di Padova e del 9 maggio di Conegliano quando il Liga fu costretto a cancellare il tour primaverile a causa di un problema alle corde vocali che lo portò ad operarsi. Naturalmente i biglietti venduti per le date annullate rimangono validi per i concerti in cui l’autore di “Made in Italy” finalmente si esibirà in Veneto. Durante gli spettacoli i fan avranno la possibilità di vedere in anteprima le immagini di “Made in Italy”, il terzo film di Ligabue che sarà nei cinema all’inizio del 2018. Prodotto da Domenico Procacci per Fandango e distribuito da Medusa Film, vedrà il ritorno di Stefano Accorsi nei panni del protagonista, dopo la sua magistrale interpretazione in “Radiofreccia”, questa volta in compagnia di Kasia Smutniak, Fausto Maria Sciarappa, Walter Leonardi, Filippo Dini, Tobia De Angelis, Alessia Giuliani e Gianluca Gobbi.
La scaletta dello spettacolo comprenderà i brani dell’ultimo disco “Made in Italy” accanto ai grandi successi. In tour il Liga sarà accompagnato dalla sua solida band composta da Luciano Luisi (tastiere e cori), Max Cottafavi (chitarre), Federico Poggipollini (chitarre elettriche e cori), Davide Pezzin (basso), Michael Urbano (batteria, percussioni), Massimo Greco (tromba e flicorno), Emiliano Vernizzi (sax tenore) e Corrado Terzi (sax baritono).
“Made in Italy” è un concept album con cui Luciano Ligabue racconta attraverso il suo alter ego Riko la disillusione per un paese pieno di diseguaglianze. A questo proposito il Liga ha detto: «Il mio secondo nome è Riccardo e Riko è chiaramente il mio alter ego, rappresenta una mia vita parallela, quello che sarei stato se non fossi diventato Ligabue. Questo personaggio mi permette di dire quello che penso con maggiore libertà. Avevo voglia di tornare a esibirmi dal vivo, di raccontare il mio disco, che non è un disco politico, ma l’espressione di un sentimento non risolto, di un amore non corrisposto verso l’Italia, della frustrazione verso tutto ciò che non funziona. Questo non ha a che fare né con la sinistra né con la destra. Sono deluso. Avevo creduto che fosse possibile che la politica si occupasse degli ultimi, che non li lasciasse indietro e invece... Comunque, sono contento di aver avuto quella illusione. La distanza fra i primi e ultimi», ha aggiunto l’artista, «non è più accettabile. Oggi la forbice fra chi ha tutto e chi non ha nulla è completamente divaricata. Eppure l’illusione di poter riparare ai torti ha fortificato la mia generazione e quella precedente». Il cantautore emiliano ha spiegato: «Riko è un operaio irrisolto, è uno di noi, un quarantacinquenne che sta “così così”, che non ne può più delle ingiustizie fiscali e sociali di questo paese. Si sfoga il venerdì, serata in cui non vuole rotti i coglioni, torna a casa, sente il rubinetto che perde, il letto che cigola e capisce che la sua vita matrimoniale cade a pezzi così come la sua casa. Vede gli amici licenziati e trae un sospiro di sollievo pensando: non è toccato a me. Si arrabbia perché vede vincere banche e speculazioni e scende in piazza a manifestare».
Il tour è prodotto da Riservarossa e F&P Group.
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