L’intellettuale e i piccoli orfani nell’albo d’oro del Comisso

Treviso
Bobi Bazlen, l’intellettuale irregolare e coltissimo al quale dobbiamo la casa editrice Adelphi, raccontato da Cristina Battocletti, e i piccoli orfani che vivono entro i confini di un orfanotrofio, metafora però di un mondo più vasto, di Michele Cocchi. Queste le storie che hanno conquistato la giuria popolare del Premio Comisso giunto quest’anno alla XXXVII edizione con sei opere selezionate dalla giuria tecnica del premio presieduta da Giancarlo Marinelli.
La cerimonia si è tenuta ieri pomeriggio in un salone di Palazzo dei Trecento a Treviso gremito anche di volti giovani, merito dei concorsi abbinati al Comisso riservati agli studenti delle scuole superiori.
Manca un anno al cinquantesimo anniversario della morte del grande scrittore trevigiano. E mentre da parte dell’Associazione Amici di Comisso fervono i preparativi in vista delle celebrazioni, Treviso ha potuto ancora una volta immergersi nella bellezza della scrittura, nella capacità del racconto di rappresentare mondi e consegnarli per sempre alla conoscenza e alla memoria. Per la sezione Biografia, “Bobi Bazlen. L’ombra di Trieste”, scritto dalla giornalista della “Domenica” del Sole 24ore Cristina Battocletti per l’editrice La Nave di Teseo, ha vinto a mani basse conquistando 33 voti su 53. Ad “Anita. Storia e mito di Anita Garibaldi” di Silvia Cavicchioli (Einaudi) sono andati 12 voti; soltanto 8 i voti tributati invece alla biografia “Scandalose. Vite di donne libere” (Rizzoli) di Cristina De Stefano. La vincitrice, commossa, ha voluto ricordare Andrea Zanzotto, ammettendo però che la sua ossessione è stata tutta per il protagonista del suo libro. Il triestino Bobi Bazlen è l’uomo al quale dobbiamo le prime traduzioni di Kafka e Musil, e già solo per questo si può amarlo per sempre.
Sul filo di lana, invece, la votazione dei romanzi selezionati per la sezione Narrativa. “La casa dei bambini” di Michele Cocchi per Fandango Libri, ha vinto, infatti, con 20 punti su 53, seguito da “L’ultima notte di Antonio Canova” di Gabriele Dadati (Baldini&Castoldi), 17 voti, e da “Il segreto di Pietramala” di Andrea Moro (La Nave di Teseo) con 16 voti. «Il messaggio che vorrei comunicare» ha detto brevemente Cocchi «è che in una società profondamente narcisista come la nostra, va invece cercato l’altro sa sé». Neppure troppo velato il riferimento ai migranti e al loro terribile destino di rifiuto e di morte. Nel corso della cerimonia si è tenuta anche la premiazione del concorso #Comisso15righe lanciato su Facebook con le recensioni dei lettori (in 15 righe) dei libri in concorso. Sono stati inoltre premiati i vincitori del concorso di scrittura creativa con tema “Scrivere è un gioco da ragazzi”, che ha coinvolto i Licei Da Vinci di Treviso, Flaminio di Vittorio Veneto e Berto di Mogliano. La scelta dei vincitori è stata compiuta dagli stessi giovani partecipanti: primo classificato Daniele Mazzon (con “Il dono”), seconda Ilaria De Nadai (“La valigia”), terza Laura Aurighi (“Bolle di sapone”). —
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