Lutto nella cultura, è morto Bellomo

Lutto nel mondo della cultura veneta e italiana. Due giorni fa è mancato improvvisamente Saverio Bellomo, Professore ordinario di Filologia italiana nel Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Ca’Foscari e uno dei più importanti studiosi di Dante. La sua scomparsa è una grave perdita per tutto l’Ateneo veneziano.
Nato a Treviso nel 1952, si era laureato in Lettere a Ca’Foscari con Giorgio Padoan.
Dopo essere stato ricercatore all’Università degli Studi di Trento era stato nel 1993 nominato professore associato per la disciplina “Filologia italiana” alla Facoltà di Lettere e filosofia di Ca’ Foscari.
In seguito era stato professore di Filologia e critica dantesca all’Università di Roma Tre e nel 2002 era tornato a Ca’ Foscari come professore ordinario di Filologia della letteratura italiana.
Nell’Ateneo cafoscarino ha ricoperto importanti incarichi: è stato direttore del Dipartimento di Italianistica e Filologia Romanza, componente del Senato Accademico e attualmente era presidente della Biblioteca di Area Umanistica.
Molto significativa è stata inoltre la sua attività di ricerca, dedicata alla letteratura italiana medievale e, soprattutto, a Dante, alla sua opera e alla sua ricezione.
Sono particolarmente importanti le sue edizioni critiche di alcuni commenti trecenteschi alla Commedia (Jacopo Alighieri, Guglielmo Maramauro, Filippo Villani). Imprescindibili per l’esegesi dantesca sono inoltre il Censimento dei manoscritti dei commenti danteschi e il Dizionario dei commentatori danteschi (Firenze, Olschki, 2004). Attualmente lavorava a una nuova edizione commentata del poema di Dante: il primo volume (Inferno, Torino, Einaudi, 2013) è già diventato un testo di riferimento per tutti i suoi lettori.
«Come molti hanno potuto sperimentare, nella vita politica e intellettuale dell’Ateneo» ricorda l’Università di Ca’ Foscari in una nota «Bellomo è stato una figura realmente importante: un vero maestro per i suoi studenti, un finissimo interprete della letteratura italiana e un amministratore capace di assumersi le sue responsabilità, con profonda umanità e un grande senso dell’istituzione di cui si sentiva fortemente parte. Per questo lascia un vuoto incolmabile tra i suoi colleghi».
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