Max Gazzè: «Alchemaya è stato un viaggio bellissimo Ora pronto per nuove sfide»

l’intervistaVERONASi è concluso all’Arena di Verona il percorso di “Alchemaya”, l’opera sintonica in due atti di Max Gazzè che è stata tour e album, facendo capolino anche al Festival di Sanremo con...
09/02/2018 Sanremo. 68 Festival della Canzone Italiana, quarta serata. Nella foto Max Gazze' con Rita Marcotulli e Roberto Gatto
09/02/2018 Sanremo. 68 Festival della Canzone Italiana, quarta serata. Nella foto Max Gazze' con Rita Marcotulli e Roberto Gatto

l’intervista

VERONA

Si è concluso all’Arena di Verona il percorso di “Alchemaya”, l’opera sintonica in due atti di Max Gazzè che è stata tour e album, facendo capolino anche al Festival di Sanremo con “La leggenda di Cristalda e Pizzomunno”. Un luogo scelto accuratamente: tappa finale di una tournée estiva in cui i concerti sono stati pochi, ma tutti in luoghi splendidi: le Terme di Caracalla, l’Arena Sferisterio di Macerata, il Teatro Antico di Taormina e l’Arena di Verona, appunto.

Perché la data conclusiva proprio all’Arena di Verona?

«L’Arena di Verona è un tempio della musica, ha qualcosa di magico e un’acustica straordinaria. Per dare una coerenza a tutto il progetto sono state scelte con cura location particolari sia dal punto di vista architettonico che storico. Anche questa scelta ha un significato nella lettura del concerto. Ogni data è stata una sorta di evento speciale».

Parliamo dell’ultima data del tour. È stata particolare?

«Con me sul palco si sono stati sempre il Maestro Clementi Ferrari, il direttore che ha orchestrato con me tutta l’opera, la straordinaria pianista Sun Hee You e il grande Ricky Tognazzi, che ha fatto da narratore. La scaletta è rimasta pressoché invariata con il primo atto dedicato all’opera originale e il secondo con la riorchestrazione dei miei brani più noti. L’orchestra però è stata ampliata e alla fine eravamo tantissimi sul palco per condividere insieme questa emozione».

Quando ha iniziato a lavorare ad Alchemaya si immaginava tutto quello che sarebbe successo dopo? Penso al disco, al tour successivo, alla partecipazione a Sanremo e a queste date estive.

«Sinceramente no. È stata una scommessa con un risultato per nulla scontato. È stato un viaggio bellissimo. Il calore del pubblico e il riscontro della stampa sono una grande soddisfazione per me e per un progetto come questo, che arriva in un periodo di “musica liquida”».

Finita la parentesi di “Alchemaya”, pensa sia tempo di tornare a fare musica più “canonica” o si vorrebbe dedicare ancora a qualcosa di sperimentale?

«A me è sempre piaciuto sperimentare: questa è l’unica certezza. Cosa arriverà ora però ancora è un mistero anche per me».

Come vive la chiusura di un capitolo? Con più nostalgia o voglia di ributtarsi a capofitto in qualcosa di nuovo?

«Non sono mai stato una persona nostalgica, proprio perché mi piace fare sempre cose nuove. Sicuramente però conserverò un ricordo splendido di questa avventura». —

Laura Berlinghieri

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova