Neri Pozza nei diari di Lea gli amici, la passione, i libri

di Nicolò Menniti-Ippolito
Per i suoi primi settant’anni la casa editrice Neri Pozza si è fatta due regali. Il primo è la riedizione di alcuni suoi bestseller in una nuova versione grafica. La copertina di ogni libro, dal Goffredo Parise di “Il ragazzo morto e le comete” al David Nicholls di “Un giorno”, è stata affidata a un diverso artista contemporaneo, chiamato a reinterpretare il testo in piena libertà. Ci sono artisti italiani come Mimmo Paladino (“La vita davanti a sé” di Romain Gary), americani come Rafael Megall (“La ragazza con l’orecchino di perla”), cinesi come Wang Guangyi (“Le lacrime di Nietzsche”di Irving Yalom).
In realtà, salvo Parise, si tratta di libri che appartengono al secondo tempo della casa editrice vicentina. Morto il suo fondatore nel 1988, negli anni Novanta è venuto il passaggio nell’orbita del gruppo Longanesi, con una ristrutturazione che ha portato a Milano il cuore editoriale, che lì è rimasto anche quando, nel 2000, la Neri Pozza è tornata totalmente indipendente e di proprietà veneta. Roberto Russo, che da allora la dirige, ha cercato una continuità con l’intuizione originaria di Neri Pozza e tuttavia l’ha deviata verso lidi diversi, con grande attenzione alle letterature contemporanee dell’Oriente ma anche all’ estremo occidente e alle sue mode. La continuità maggiore sta nella ricerca di nuovi autori italiani, anche se Russo non ha potuto contare sulla complicità che Neri Pozza, come artista e scrittore a sua volta, aveva con i suoi contemporanei, si chiamassero Parise, Zanzotto, Buzzati, Bontempelli, Montale o Gadda.
Ma qui viene in soccorso il secondo regalo, la pubblicazione cioè dei diari di Lea Quaretti, che fu compagna e poi moglie di Neri Pozza, ma anche la prima autrice pubblicata, nel 1946, dalla nuova casa editrice. Durante tutta la sua vita, trascorsa per lo più a Venezia, Lea Quaretti ha tenuto un diario. Prima di morire chiese a Neri Pozza di bruciare tutti i quaderni senza leggerli. Neri Pozza non se la sentì, perché sapeva che dentro vi erano anche abbozzi di racconti e di romanzi e chiese ad Angelo Colla, giovane e fidatissimo collaboratore, di leggerli per estrarne il materiale letterario. Poi Neri Pozza morì a sua volta e i diari rimasero lì. Ora, invece, in coincidenza non casuale con l’anniversario arrivano in libreria, curati appunto da Angelo Colla, che conserva nel suo archivio anche gran parte del materiale di Neri Pozza.
Il libro si intitola “Il giorno con la buona stella. Diari 1946-76” (Neri Pozza, pp. 528, 18 euro) ed è una testimonianza fondamentale sulla casa editrice ma anche sul mondo culturale veneto.
Quando Neri Pozza fondò la casa editrice omonima aveva poco più di trent’anni, era artista più che scrittore, ma la passione per l’editoria era forse più forte ancora. Già nel 1938, a Vicenza, aveva fondato con l’amico scrittore Antonio Barolini la sua prima casa editrice, diventata “Il pellicano” nel 1941 - giovandosi anche dell’apporto di Aldo Camerino, raffinato intellettuale veneziano che darà il suo contributo anche alla nascita della Neri Pozza - che ebbe la sua prima sede nella casa veneziana di Lea Quaretti. Nei diari della scrittrice sfilano personaggi che tutti si muovevano nell’orbita di Neri Pozza e della sua casa editrice: musicisti come Malipiero, pittori come Morandi, Vedova, Virgilio Guidi, poeti come Zanzotto, Montale, scrittori come Bassani, Parise, Buzzati. Sono ritratti privati, di amici prima che di scrittori. Un affresco straordinario che guarda alla cultura italiana degli anni Cinquanta e Sessanta da un osservatorio unico, che è la casa di Campo Sant’Angelo di Lea Quadretti, ma anche quella cortinese, in cui compare a un certo punto anche una giovanissima e salvifica Marta Marzotto. Il libro accompagna la casa editrice fino al varo, nel 1976, di quella “Storia della cultura veneta” in dieci volumi, che fu la grande ma anche contrastata - racconta Lea - ultima impresa di Neri Pozza.
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