«Noi della Gaga in tour con De Gregori ogni sera un’emozione da scoprire»

INTERVISTA
Francesco De Gregori con il suo ambizioso tour “De Gregori & Orchestra – Greatest Hits Live” insieme alla veneta Gaga Symphony Orchestra diretta da Simone Tonin, agli GnuQuartet e alla band, porterà le versioni sinfoniche dei suoi classici, mercoledì 10 luglio alle 21.30, in piazza degli Scacchi a Marostica, nell’ambito del “Marostica Summer Festival”.
Tonin, ci racconta la storia della Gaga?
«È nata otto ani fa, composta da 60 giovani musicisti prevalentemente veneti. Con De Gregori però gli orchestrali sono 40. Ha la particolarità di fare musica pop e dance in chiave sinfonica anche se nel repertorio inseriamo sempre un pezzo classico».
Chi è Simone Tonin?
«Ho 27 anni, sono di Loreggia, in provincia di Padova. A 5 anni e mezzo ho cominciato a studiare l’organo, poi sono entrato al conservatorio. Quando stavo seguendo i corsi di composizione del quarto anno è nata la Gaga. Ho imparato sul campo l’orchestrazione e questo mi ha permesso di fare domanda per il diploma, dopo il settimo anno, saltando gli ultimi tre anni. L’Orchestra per me è stata una palestra di vita».
Che emozione prova a esibirsi con De Gregori?
«Non ci credo ancora. Gliel’ho detto a Francesco: “Mia mamma da piccolo mi metteva “Buonanotte fiorellino” per farmi addormentare e adesso ci sei tu a un metro che me la canti”».
Come è nato la collaborazione con il cantautore?
«Francesco ha deciso di fare “De Gregori & Orchestra” dopo il RisorgiMarche in cui aveva proposto alcune canzoni con un’orchestra e gli GnuQuartet. Gli Gnu gli hanno proposto varie orchestre ma hanno caldeggiato fortemente la nostra che è stata suggerita anche da Lorenzo Tommasini, fonico di Francesco e amico del nostro tecnico del suono, Federico Pelle».
Gli arrangiamenti orchestrali sono tutti di Stefano Cabrera?
«Li ha scritti tutti lui con una preparazione e artigianalità incredibile, è un bravissimo arrangiatore oltre che il virtuoso del violoncello degli Gnu».
Quali sono le canzoni più valorizzate dagli arrangiamenti orchestrali?
«“Due zingari” e “Santa Lucia”, che era la canzone di De Gregori preferita da Dalla e che in coda contiene una citazione strumentale di “Come è profondo il mare” in omaggio a Lucio. Molto efficaci anche gli arrangiamenti di “Generale”, “Il cuoco di Salò”, “Bufalo Bill”, “Sempre e per sempre” e “Guarda che non sono io”. La scaletta è composta da 20 brani, i successi di De Gregori che hanno fatto la storia e che lui canta in due ore senza pausa».
L’apertura è dedicata a un accenno strumentale di “O Venezia che sei la più bella”.
«Sì. È un brano risorgimentale, che fa parte del repertorio delle mondine. Francesco l’ha inciso con Giovanna Marini».
Come dialoga l’orchestra con il Gnu Quartet?
«Ci sono dei punti in cui gli Gnu emergono più come solisti e virtuosi mentre l’Orchestra sta in silenzio, come su “Titanic” e “Rimmel”».
E la band?
«La formazione, che lavora con Francesco da 35 anni, guidata dall’eccezionale bassista Guido Guglielminetti, suona solo su determinati pezzi. Ci sono anche dei punti in cui si sente solo uno strumento della band con l’Orchestra, magari la steel guitar o la chitarra elettrica. Al di là del carattere meraviglioso di quel grande musicista e cantautore che è De Gregori, la cosa bella è il clima sul palcoscenico. Sembra che suoniamo tutti insieme da una vita, e in realtà lo stiamo facendo da poco».
Ci parla del vostro rapporto con De Gregori?
«Durante la prima prova dell’Orchestra la nuova introduzione di “Buonanotte fiorellino”, che è molto difficile, all’inizio non è venuta. Allora ho cominciato a lavorarci con gli orchestrali facendola suonare più lentamente, fino a portarla al tempo giusto ed è venuta perfettamente. Francesco ha esclamato: “Tu sei un grande e gli orchestrali sono dei mostri. Maestri, io da voi mi sento veramente coccolato perché state facendo venire fuori delle emozioni che non pensavo potessero esistere nei miei pezzi».
Ci sarà un disco dal vivo del tour?
«De Gregori vuole registrare una versione in studio del concerto da cui sarà tratto un disco che però non sarà pubblicato finché lui è in vita. Ritiene che la discografia sia morta, e che le radio ormai non trasmettano più musica di qualità».
Biglietti da 34 a 84 euro. —
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