Pieve di Cadore: i segni dei Vecellio e la vita di Tiziano

Visitando il luogo dove l’artista è nato e dove tornava si seguono le tracce della sua arte e la sua lezione

PIEVE DI CADORE. Che sia stato un sommo artista è noto al mondo intero. E piuttosto diffusa è anche la sua fama di abilissimo imprenditore. Meno noto è che fu anche un singolare “diplomatico” tra la Serenissima e il Cadore, nonché un sensibile banchiere della sua terra natale cui fu sempre intensamente legato, e dove solo la peste che lo spense a Venezia nel 1576 gli impedì di essere sepolto. Tiziano Vecellio, seppe essere al contempo un artista straordinario e un pragmatico amministratore della propria bottega e dei propri affari legati al legname cadorino.

Intorno alla piazza

Anche per questo i suoi compaesani si rivolsero spesso a lui tanto per assistenza nei non sempre idilliaci rapporti con la Serenissima, quanto per ottenere dei prestiti, come testimonia una copiosa documentazione che ne svela gli aspetti più umani. È per l’insieme di questi fattori, e non “solo” per la sua immensa arte, che il legame di Pieve di Cadore con il suo figlio più celebre è ancor oggi vivo e tangibile. Nella piazza a lui intitolata, con al centro la sua statua bronzea, sono raggruppati gli edifici e i monumenti più importanti. A cominciare dalla sua casa natale, dove tornò spesso soprattutto in estate: tipica abitazione nobiliare di modeste dimensioni, in muratura, con scala di legno e ballatoio che conduce al primo piano. Aperta al pubblico dal 1932, ospita una raccolta di riproduzioni della collezione di disegni tizianeschi della Galleria degli Uffizi, documentazione sull’artista e mostre temporanee. Al piano superiore, si possono visitare gli spazi nei quali Gregorio e Lucia Vecellio ebbero cinque figli: Francesco, Tiziano e altre tre sorelle sulle quali ben poco si sa. Certo è che intorno ai 9-10 anni i due figli maschi lasciarono la casa per andare a Venezia, forse da un parente, ad apprendere l’arte della pittura. Francesco, stimato pittore, dopo un periodo nell’esercito veneziano tornò a casa per occuparsi del commercio del legname, ed è probabile che ospitò anche il nipote Marco quando, tra 1566 e 1568, eseguì la decorazione pittorica del coro della vicina chiesa di Santa Maria Nascente di Pieve: affreschi, purtroppo perduti, realizzati su cartoni preparati dallo stesso Tiziano.



L’autoritratto

Ma l’intera chiesa è un vero scrigno di opere della famiglia Vecellio, e custodisce l’unico dipinto di Tiziano nella sua città, nel quale il pittore ha anche inserito un suo autoritratto. Poi anche Francesco vi ha lasciato una pala e Marco eseguito altre opere; infine Cesare, figlio di un cugino, vi ha dipinto un’Ultima Cena. Sulla piazza, il bellissimo palazzo quattrocentesco della Magnifica Comunità di Cadore, simbolo dell’identità locale che, accanto ai sontuosi saloni e al Museo Archeologico del Cadore, ospita un’esposizione di stampe e incisioni di Tiziano e riproduzioni di carteggi a lui appartenuti. (magnificacomunitadicadore.it). Poco lontano, la casa cinquecentesca di Tiziano Vecellio l’Oratore, omonimo cugino, accoglie la Fondazione Centro Studi “Tiziano e Cadore”: binomio inscindibile. —

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