Pillole di curiosità, Silvia Gorgi racconta Padova

Sono spigolature, aneddoti, brandelli di storia e attualità, un modo diverso di raccontare una città, mescolando passato e presente, con qualche goccia di futuro. In “Forse non tutti sanno che a Padova...” (Newton Compton, pp 314, 12 euro) Silvia Gorgi, giornalista, ha raccolto sessantadue curiosità che spaziano dal medioevo a oggi. Il criterio della scelta non è la centralità storica di un evento, ma la sua anomalia, la particolarità che racconta comunque qualcosa di significativo sulla città. Ogni curiosità è sviluppata in tre quattro pagine, con la possibilità di ampliare il quadro e costruirci intorno un pezzo di storia.
Silvia Gorgi, per esempio, racconta che da Padova partì il telegramma che fermò l’avanzata di Garibaldi in Trentino. E se il celebre “Obbedisco” è entrato nei libri di storia e nei musei del Risorgimento, quello di andata, molto meno eroico, è però occasione di dire qualcosa su Garibaldi e Padova (e quindi sull’idea di intitolare a lui il secondo teatro della città), ma anche sul ruolo di capitale al fronte che in almeno due occasioni Padova ha avuto.
Certo non è un libro da leggere tutto di un fiato, ma da sfogliare con la voglia di trovare ciò che non si conosce. Riemergono così figure storiche minori come Leonino Da Zara, aviatore e fondatore del primo aeroporto privato italiano, oppure rilevanti ma poco conosciute al grande pubblico come Bartolomeo Cristofori, inventore del fortepiano, o il matematico Gregorio Ricci Curbastro le cui intuizioni furono poi utilizzate da Einstein. Riemergono i marchi storici dell’industria padovana dei primi del Novecento, dalla Itala Pilsen all’Aperol, ma anche le nuove avventure come quella della pasticceria in carcere. Riappaiono maschere teatrali come compare Giacometo e reali come la Gaetana degli anni Trenta o lo straccivendolo Corni degli anni Settanta. Si ritrovano le avventure artistiche di tutti i tipi, dalla nascita della Commedia dell’Arte, al gruppo N che rivoluziona le proposte artistiche negli anni Sessanta; dai Delfini, uno dei primi gruppi beat italiani fino al cinema underground che ebbe negli anni Settanta un momento padovano non marginale. E ci si proietta nel futuro con l'idea di Smart city, gli appartamenti relazionali, le ricerche aerospaziali, le app che permettono di visitare pezzi di passato col telefonino in mano.
Nicolò Menniti-Ippolito
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