Ron: «Al Castello canto la mia vita»

PADOVA. Ron con le sue più belle canzoni in versione acustica renderà magica questa serata. Il suo concerto (alle 21.30) è in programma nella piazza d’armi del Castello Carrarese di Padova nell’ambito del “Castello Festival”, organizzato dal Comune in collaborazione con Veneto Jazz. Rosalino Cellamare ha da poco pubblicato l’album doppio “La forza di dire sì” che contiene 24 duetti con le star della musica italiana, un disco i cui proventi serviranno a finanziare le attività di Aisla a favore della ricerca sulla Sla. Il cantautore pavese ha anche messo all’asta (charitystars.com/laforzadidiresi) il cubo realizzato dall’artista Marco Lodola e firmato dai 24 cantanti dei duetti.
Come è nato il suo sostegno all’associazione per la ricerca sulla Sla?
«Dieci anni fa, questa terribile malattia, ha colpito il mio migliore amico: Mario Melazzini, oncologo, già presidente di Aisla. Fortunatamente lui è ancora tra noi. Mentre subiva la perdita della funzionalità dei muscoli, mi suggerì di fare il mio primo album, “Ma quando dici amore”, per la ricerca. E ora eccoci qui dopo 10 anni con un’operazione simile, questa volta con ben 24 artisti, 10 in più del primo disco».
“La forza di dire sì” è un titolo significativo.
«Diciamo di sì tante volte ma poi magari non ci rendiamo conto nel profondo che sì vuol dire esserci, non scappare via, donare se stessi e anche rinunciare a qualcosa».
Oltre ai duetti nel disco c’è una versione corale di “Una città per cantare”.
«L’effetto finale è fantastico ma non è stato facile da ottenere. Ogni interprete l’ha cantata tutta, poi abbiamo fatto il montaggio trovando un giusto equilibro tra le voci maschili e femminili e suddividendo le frasi fra i 24 cantanti».
La parte più commuovente del disco è rappresentata dai duetti con gli indimenticati Lucio Dalla e Pino Daniele.
«“Chissà se lo sai” era stata scritta a quattro mani con Lucio, lui si era occupato del testo e io della musica. Abbiamo fatto questo duetto quando ho festeggiato i 30 anni di carriera con una trasmissione della Rai. Ho diviso dei momenti eccezionali nel tour con Pino, De Gregori e Fiorella Mannoia. In “Non abbiam bisogno di parole”, la sua chitarra e i suoi cori duettano con me».
Che concerto farà a Padova?
«Un concerto acustico. Saremo in quattro sul palco con piano, chitarra, basso e una cantante. Amo fare dei concerti acustici in posti che sono magici per questo tipo di sonorità. La scaletta è la fotografia della mia vita con canzoni che hanno un ritorno forte e altre che non facevo da tempo. I vecchi brani sono come il vino buono con il tempo migliorano».
È vero che non è stato facile il confronto con Dalla e De Gregori quando ha arrangiato le loro canzoni per il tour “Banana Republic”?
«Sì, ma se fosse stato troppo facile non sarebbe stato così interessante».
Lei ha dato il suo apporto creativo a molti dischi di Dalla, vero?
«Sì. Ad esempio in “Com’è profondo il mare”, ho proposto a Lucio di marcare il ritmo con quel riff alla chitarra acustica che mi è stato ispirato da “Cowgirl in the sand” di Neil Young. A lui l’idea piacque molto e così riuscii a fargli apprezzare la chitarra con le corde in metallo, prima preferiva le corde in nylon».
Una perla dell’ultimo album è “I ragazzi italiani” che lei ha cantato con De Gregori.
«È tutto merito di Francesco che l’ha voluta arrangiare con il suo gruppo. Lui è l’artista che stimo di più in Italia, ci ha messo del suo, tanto. Non volevo nemmeno cantare per paura di rovinare la magia, alla fine ho interpretato l’ultima strofa».
Biglietti non numerati: 25 euro (interi) e 18 euro (ridotti) nei circuiti Ticketone e Geticket.
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