«Sono contento di stare qui» A Padova la magia di Sting

Così come era immaginato e atteso, per la magia di una sera d’estate: Sting ha fatto sognare gli 8.000 spettatori dell’Arena Live del Gran Teatro Geox di Padova, ieri sera, con un fantastico concerto in cui ha cantato e suonato i più grandi successi della sua carriera, una collezione raccolta negli anni con i Police e poi da solista.
La sera dopo il primo concerto italiano del suo “My Songs Summer Tour”, tenuto a Lucca, il cantante, bassista e autore inglese, che dal 1978 domina le scene della musica rock e pop che si coniuga con il reggae, il jazz, la world music e la classica, ha dimostrato dal vivo l’essenza del talento alla base del suo duraturo successo che lo ha portato a vendere oltre 100 milioni di dischi in tutto il mondo.
Il pubblico ha risposto cantando e ballando con lui e con ovazioni alla fine di ogni canzone del serratissimo concerto.
Gordon Matthew Thomas Sumner ha richiamato al Geox 8 mila fan; tanti, più di mille e 500, gli stranieri (russi, belgi, olandesi, austriaci, britannici, spagnoli e statunitensi), tantissimi, quasi cinquemila, quelli arrivati da altre regioni d’Italia.
È stato, il suo, uno dei più interessanti concerti dell’estate musicale. Sumners è di diritto uno dei più grandi autori di canzoni della storia del pop ma anche un eccellente e originale cantante e bassista che suona bene anche la chitarra. La scaletta, che come quella del suo ultimo album “My Song”, è costruita sul meglio della sua produzione degli ultimi 41 anni, gli ha dato modo di mettere in mostra ai massimi livelli tutti i suoi talenti. Con i Police, Sting all’inizio ha inventato un genere originale, fatto di suoni punk e di ritmi reggae, per poi proseguire con un pop – rock sofisticato. Da solista ha avuto la svolta che lo ha portato a mischiare il pop con il linguaggio del jazz, ricollegandosi al passato del suo gruppo pre-Police i Last Exit, per poi proseguire in altri campi, compresa la musica classica.Sting è salito sul palco, alle 21.40, indossando una maglietta rossa, con la chitarra acustica e un saluto speciale; «Buonasera a tutti, come state? Sono contento di stare con voi a Padova». L’attacco è con “Roxanne”, il primo grande successo dei Police, targato 1978: suona e canta stando seduto. Dopo la storia d’amore impossibile per una lucciola francese densa di riferimenti al Cyrano de Bergerac, il chitarrista della band di Sting è partito con uno dei riff più famosi della storia della musica moderna: “Message in a Bottle”, con il suo basso Fender Precision del 1957: e che emozione quando ha cantato l’inizio di una strofa con il solo accompagnamento ritmato dal battimani del pubblico, e senza la musica. Sting ha completamente conquistato gli spettatori. A questo punto ha avuto gioco facile a farsi seguire dal pubblico nel suo percorso con alcune perle del repertorio solistico, le due melodiche “If I Ever Lose My Faith in You” ed “Englishman in New York”, seguite dal ritmo travolgente di “If You Love Somebody Set Them Free”.
Nella band anche suo figlio, Joe Sumner, che ha presentato con gli altri musicisti: «È il più giovane» ha detto « e avrà lui il delicato compito di suonare l’armonica al posto di Stevie Wonder in “Brand New Day”.
Un tuffo tra i classici dei Police con “Every Little Thing She Does Is Magic” dal quarto e penultimo disco della band: “Ghost in the Machine” per approdare ad altri successi solistici: “Brand New Day”, “Seven Days” e “Fields of Gold”. D’obbligo una citazione del recente album condiviso con Shaggy: “Waiting for the Break of Day”. Una carrellata di grandi canzoni dei Police, inframezzata dalla solistica “Desert Rose”, ha monopolizzato la seconda parte del concerto: “Wrapped Around Your Finger”, “Walking on the Moon”, “So Lonely”, “Every Breath You Take”, “King of Pain” e “Next to You”. Il pubblico non poteva chiedere di meglio. “Walking on the Moon” ha assunto un valore particolare nel cinquantesimo anniversario del primo uomo sulla luna. —
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