Storia di Jack e John: i dinosauri e il cromosoma dei supereroi

Castelfranco, l’opera prima di Giacomo Mazzariol dedicata al fratello Giovanni un anno dopo il video sulla sindrome di Down. Un messaggio da Renzi
Di Alessia De Marchi

di Alessia De Marchi

Se Giovanni, 13 anni, un sorriso più largo dei suoi occhiali e un cromosoma in più, “rincorre i dinosauri”, da chi è rincorso Giacomo, suo fratello, autore del libro a lui dedicato e da ieri in tutte le librerie, edito da Einaudi? Niente di meno che da Matteo Renzi che proprio ieri sul suo profilo Facebook ha postato: «Giacomo ha scritto “Mio fratello rincorre i dinosauri. Storia mia e di Giovanni che ha un cromosoma in più”. Sono sceso in libreria e l’ho comprato. Poi, siccome sono anche il presidente del Consiglio dei ministri pro tempore, ribadisco qui che stiamo facendo tutti gli sforzi per approvare al più presto le leggi sul “Dopo di noi” e sul “Terzo settore”. Due riforme attese da decenni, adesso pronte per l’ultima lettura». E poi l’invito del premier: «Ma, per una volta, nessun commento: solo buona lettura». Del libro di Giacomo, naturalmente.

Ma partiamo dall’inizio ovvero dalla storia di Jack e John, al secolo Giacomo e Giovanni Mazzariol, due fratelli di 19 e 13 anni, residenti a Castelfranco, in provincia di Treviso. «Hai 5 anni», racconta Giacomo, a un passo dalla maturità scientifica, «due sorelle e desidereresti tanto un fratellino per fare con lui giochi da maschio. Un giorno i tuoi genitori ti annunciano che lo avrai, questo fratello, e che sarà speciale. Tu sei felicissimo: speciale, per te, vuol dire “supereroe”. Gli scegli pure il nome: Giovanni. Poi lui nasce e a poco a poco capisci che sì, è diverso dagli altri, ma i superpoteri non li ha. Alla fine scopri la parola Down e il tuo entusiasmo si trasforma in rifiuto, addirittura in vergogna. Dovrai attraversare l’adolescenza per accorgerti che la tua idea iniziale non era così sbagliata». E che Giovanni è davvero un supereroe, capace di commuovere, strappare un sorriso, far ballare una piazza e soprattutto dimostrare che i pregiudizi davvero non servono. «La mia», ammette Giacomo, da Rovereto dov’è con la sua squadra di basket per la fase finale di un non meglio precisato campionato nazionale «è una storia felice con Giò, con i miei genitori Katia e Davide e con le mie sorelle Alice e Chiara. Una storia semplice, ma che ha lo stesso qualcosa di unico».

Era marzo 2015 quando Giacomo, armato della macchina fotografica della sorella, realizzò “The simple interview”, un geniale colloquio di lavoro, protagonisti il fratellino Down e il suo mondo. Il video, postato su YouTube in una notte di primavera, ha conquistato l’Italia e non solo. Voleva essere il racconto di un affetto sconfinato per un fratello speciale ed è stata una valanga che ha travolto tutti i pregiudizi sui “diversi”. «Da allora», racconta «ho incontrato molte persone, ricevuto tantissime proposte». E tra queste quella di Einaudi. «La mia vita non è molto di più, ho messo subito le mani avanti con Francesco Colombo, il mio editor, ma lui mi ha fatto capire che dentro ogni persona c’è un mondo incredibile». Tanto più dentro a Giovanni, super appassionato di dinosauri che «se va al cinema con una compagna torna casa e annuncia “Mi sono sposato”», e a Giacomo, che, cucinando burritos in un ristorante messicano di Londra la scorsa estate, ha messo in ordine le idee. Poi, a settembre, tornato a casa, ha iniziato a scrivere il suo primo libro che presenterà venerdì alle 18 al cinema Hesperia di Castelfranco. Colloquiale e frizzante, la scrittura di Giacomo scivola nelle quasi duecento pagine del libro raccontando la vita con un fratellino Down, dalla gioia per il suo arrivo, al dubbio davanti a quegli strani occhi a mandorla, alla “vergogna” di un adolescente di presentarlo agli amici, alla consapevolezza di aver a che fare con un irresistibile supereroe. «Mio fratello» ammette Giacomo «mi ha cambiato la vita». Lo dice con l’energia di chi a 19 anni vuole, a sua volta, cambiare il mondo. E l’obiettivo, vista la simpatia nata attorno a Giovanni e ai “diversi” come lui, un po’ l’ha centrato. «Nel libro parlo poco di sindrome Down» sottolinea «perché il mio è un invito ad accogliere tutti: la compagna cicciona, il nero...». Adesso, però, basta parlare di Giò: «È tempo che cominci a pensare a trovarmi una ragazza, a scegliere cosa farò all’università o addirittura a un lavoro perché non credo di poter sopravvivere ancora a lungo a patatine e coca cola, come vorrebbe mio fratello», scherza Jack. Ringrazia Renzi: «Beh, magari se vengo a Roma ci troviamo per uno spritz».

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