Storia e fumetti per parlare di pace

“In volo con D’Annunzio”, l’esperienza dei ragazzi di Due Carrare con il disegnatore Maselli

Sono diventati grandi, i bambini che a fine anni Sessanta, nel “Girotondo” di Fabrizio De Andrè, cantavano «se verrà la guerra… sul mare e sulla terra, chi ci salverà?». Mezzo secolo dopo, i loro odierni coetanei della padovana Due Carrare riprendono quell’angosciante interrogativo, contrapponendo uno scenario di vita a uno di morte. Lo fanno ricostruendo uno dei rari episodi controcorrente di una Guerra talmente devastante da venire definita Grande ed essere scritta con le iniziali maiuscole: il pacifico volo su Vienna di Gabriele D’Annunzio, partito proprio da casa loro, e di cui tra pochi mesi ricorrerà il centenario. Ne è uscito quell’“In volo con D’Annunzio” edito da Futurama di Monselice che è stato presentato al Museo del Volo di San Pelagio, con testi redatti da bambini dell’istituto onnicomprensivo (ragazzi dai 9 ai 12 anni) di Due Carrare, e illustrati dal fumettista padovano Mirco Maselli; ideatore e coordinatore del progetto Marco Salvo, responsabile della biblioteca comunale.

Scelta in certo qual modo obbligata, San Pelagio: da quell’area trasformata frettolosamente in campo d’aviazione, ricavandola da terreni dell’omonimo castello di proprietà dei conti Zaborra, decolla infatti alle cinque e un quarto del mattino di venerdì 9 agosto 1918 un progetto coltivato da Gabriele D’Annunzio fin dai primi mesi dell’inizio della guerra. Una risposta pacifica ai pesanti bombardamenti subìti da diverse città trivenete: 50 mila volantini sganciati sulla capitale degli Asburgo. Con un testo scritto di proprio pugno dal Vate stesso: «Sul vento di vittoria che si leva dai fiumi della libertà, non siamo venuti se non per la gioia dell’arditezza, non siamo venuti se non per la prova di quel che potremo osare e fare quando vorremo, nell’ora che sceglieremo…».

La missione viene compiuta da 11 velivoli Sva dell’87ma Squadriglia: in testa l’aereo condotto da Natale Palli con D’Annunzio a bordo; tra gli altri, quel Gino Allegri conosciuto con il nome di battaglia di “fra’ Ginepro”, che morirà pochi giorni prima che cessino le ostilità, il 5 ottobre, in un banale incidente di volo; a lui verrà intitolato l’aeroporto di Padova. Quattro sono costretti a tornare indietro o ad atterraggi di fortuna, gli altri sette portano a termine l’impresa. Che D’Annunzio, al termine, commenterà a modo suo: «Partimmo. Arrivammo. Tornammo. La nostra prora, ferrata di volontà, aveva la potenza del cuneo. Avrebbe scisso la roccia, come fendeva le nuvole».

Molto è stato scritto su questa vicenda. Ma il Comune di Due Carrare ha deciso di farlo in un modo assolutamente originale, affidandosi alla mano ma soprattutto al cuore dei più piccoli, supportati da un fumettista di valore come Maselli (padovano che ha lavorato per vent’anni alla Mck Publishing di Silver creando storie di Lupo Alberto, Cattivik e Sturmtruppen, e che ha collaborato come vignettista e illustratore con varie agenzie e giornali). Dodici di loro ci sono stati: Damiano Battisti, Alessia Chelo, Leonardo Chiodetto, Alessia De Ambrosi, Ginevra Formentin, Elena Fornasiero, Eleonora Massaro, Angelica Montanari, Alessia Pastore, Matteo Tridello, Alessia Zanardi, Adriana Zanellato.

Destinatari della pubblicazione sono quelli della loro età, ma non solo, tiene a sottolineare Marco Salvo, spiegando la scelta del volo su Vienna: perché ha preso il via da quel territorio, certo, ma anche e soprattutto perché «forse proprio da questo episodio può partire un percorso che metta in luce la stupidità di un’inutile carneficina e il desiderio di vita e di pace che serbavano milioni di persone costrette alla guerra».

È una storia in grado di mandare un messaggio forte, anche per la sua attualità malgrado sia passato un secolo, fa notare il sindaco di Due Carrare Davide Moro, che ha creduto da subito nel progetto: «Il volo su Vienna fu una grande scelta pacifica di chi mise a rischio la propria vita per sganciare sul nemico non bombe ma idee di democrazia». Ed è per questo che il Comune «ha voluto portare il proprio contributo alle celebrazioni dell’anniversario della guerra parlando non di guerra ma di pace», aggiunge Salvo. Perché ogni guerra, alla fine, è comunque una sconfitta per tutti.

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