Tamburini, trombettista pop, “suona” ancora La Reunion Big Band gli dedica un omaggio

Intervista
La Reunion Big Band ha inciso “My Life is Now – A Tribute to Marco Tamburini”, pubblicato da Caligola Records lo scorso dicembre. Tamburini è scomparso il 29 maggio del 2015, a 55 anni. Considerato uno dei trombettisti jazz più interessanti della sua generazione, pur essendo nato a Cesena e vivendo a Bologna, era molto amato in Veneto sin dai tempi della sua militanza nella Keptorchestra. Ne abbiamo parlato con Claudio Donà, direttore artistico dell’etichetta veneziana.
Come è nata l’idea del tributo a Tamburini?
«L’anno scorso Roberto Rossi, direttore della Reunion, ha avuto l’idea di registrare il primo disco della big band dedicandolo al repertorio di Marco. La moglie Cristina ha voluto finanziare il progetto e io l’ho pubblicato volentieri».
Ci può parlare degli arrangiamenti?
«Tre sono quelli che Marco aveva scritto per “Eduard”, “Nebbie” e “Donna”, gli altri sono di Stefano Paolini, Roberto Rossi, Fabio Petretti e Ivan Elefante».
E i brani?
«“Eduard” era già stato registrato nel ‘94 per “Sweet Sixteen”, l’album della Keptorchestra con Steve Lacy. “My Life is Now”, la title-track, è una ballad che Marco ha scritto nel suo ultimo anno di vita. L’ha suonata dal vivo ma non l’ha mai registrata. Gli altri pezzi fanno parte della sua discografia da solista e con altre formazioni».
Tanti i musicisti coinvolti.
«La sezione ritmica è composta da Paolo Ghetti, Stefano Paolini e Stefano Onorati. Alle trombe ci sono Andrea Guzzoletti, Diego Frabetti, Davide Ghidoni, Luca Marianini, Ivan Elefante e Maurizio Pasqui. Ai sax Nico Gori, Mauro Negri, Pietro Odorici, Fabio Petretti e Dario Cecchini. Ai tromboni Andrea Angeloni, Paolo Acquaviva, Giancarlo Giannini, Stefano Scalzi, Riccardo Tonello e Roberto Rossi».
E gli ospiti?
«Ci sono Pietro e Marcello Tonolo. Poi, ci voleva un trombettista importante per rendere omaggio a Marco, quindi, è stato chiamato Fabrizio Bosso che con Tamburini aveva fatto parte dell’Italian Trumpet Summit».
Il cd vede la presenza di due familiari.
«Francesca, la figlia più grande di Tamburini, ha disegnato la copertina con i volti di Marco e dei musicisti che hanno suonato. Luigi Tamburini, fratello di Marco, sassofonista amatoriale, ha suonato un assolo in “Napoli”».
La passione di Tamburini per le big band viene da lontano.
«Negli anni ’80 e ’90 suonava con Keptorchestra accanto al compianto Maurizio “Bicio” Caldura, Marcello e Pietro Tonolo. Loro quattro hanno arrangiato i brani della formazione che ha realizzato due album, uno con Steve Lacy e uno con Joe Lovano. Abbiamo anche le registrazioni di un concerto della Keptorchestra con Lee Konitz, recentemente scomparso».
Quando è nata la Reunion?
«Nel 1999, Marco e Roberto Rossi hanno formato la big band, la prima esibizione è stata al Chet Baker di Bologna e l’apice nel 2012 con Dee Dee Bridgewater al Festival di Narni. Poi, Tamburini creò la Big Band del conservatorio Francesco Venezze di Rovigo».
Tamburini ha fondato anche il dipartimento di jazz del conservatorio di Rovigo.
«Sì, nel 2005, lo ha diretto portandolo a diventare uno dei più importanti a livello nazionale. All’inizio gli allievi erano meno di una decina, oggi sono più di 200».
Tamburini è stato anche un apprezzato insegnante.
«Gli studenti l’adoravano. Ha creato anche una stagione concertistica stabile, per permettere agli allievi di aprire i concerti di musicisti importanti. Rovigo l’ha sempre amato: l’anno scorso gli è stato intitolato l’auditorium del conservatorio, mentre nel 2016 è stato istituito il premio nazionale “Marco Tamburini” per i giovani jazzisti».
Tamburini era anche apprezzato per le sue doti umane.
«È stato un grande amico, aveva un carattere solare che compensava il mio più schivo».
Tamburini ha suonato con Jovanotti.
«Marco pur essendo stato uno dei più grandi jazzisti italiani è stato ingiustamente sottovalutato dai puristi per le sue collaborazioni pop. Ha suonato molto con Jovanotti, sia in studio che dal vivo, e per lui ha anche scritto gli arrangiamenti dei fiati di diversi album». —
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