Tears for Fears, tornano gli Ottanta con immediato effetto sold-out

I Tears for Fears, leggenda pop degli anni Ottanta, si esibiranno alla Kioene Arena di Padova domani sera. Il duo inglese, che ha programmato solo due date in Italia per il tour invernale, oggi tengono il loro primo concerto al MediolanumForum Assago Milano. Ma in Italia torneranno: il 9 luglio al Cavea Auditorium del Parco della Musica di Roma e il 10 luglio al Lucca Summer Festival. La data di Padova ha già segnato il tutto esaurito in prevendita, come quella di Milano che sostituisce un concerto annullato l’anno scorso.
I tre gioielli
Sono pochi ma importanti concerti per il pubblico italiano che ancora non aveva avuto modo di applaudire la reunion di Roland Orzabal, compositore, cantante, chitarrista e tastierista e Curt Smith, cantante, bassista e tastierista, che sono tornati insieme nel 2001 dopo essersi lasciati nel lontano 1990. I due Tears for Fears insieme nella loro prima fase infatti hanno avuto una carriera breve anche se importante che ha portato alla realizzazione di tre grandi album: il primo “The Hurting” del 1983 caratterizzato da un synth pop molto di moda in quel momento e i successivi “Songs from the Big Chair” del 1985 e “The Seeds of Love” del 1989, più complessi e orientati verso vari generi dal rock al pop, dal progressive al soul.
Dopo il tour dello straordinario “The Seeds of Love”, i due si divisero e Orzabal continuò a fare dischi sotto il marchio Tears for Fears ma senza più raggiungere le vette di successo dei primi tre lavori. La reunion del 2001 portò poi nel 2005 all’uscita di “Everybody Loves a Happy Ending” e a un grande tour, che non toccò l’Italia ma fu testimoniato dal cd e dal dvd “Secret World Live in Paris”. I Tears for Fears con soli tre album negli anni Ottanta si sono imposti come uno dei gruppi più interessanti della storia della musica pop. Sono stati apprezzati soprattutto per il talento di Orzabal di scrivere canzoni orecchiabili ma anche di estrema qualità. Inoltre, la loro voglia di sperimentare sempre con sonorità diversi li ha resi molto popolari. Non meno interessanti le doti vocali di entrambi i componenti del duo che hanno saputo farsi apprezzare anche come musicisti.
La teoria di Janov
Il loro disco d’esordio “The Hurting” dedicato all’elettronica arrivò subito al primo posto delle classifiche britanniche, grazia anche a singoli importanti come “Mad World”, “Change” e “Pale Shelter”. “Mad World” poi è tornata ad essere un successo nel 2001, grazie alla versione acustica di Gary Jules realizzata per la colonna sonora del film “Donnie Darko”. Si trattava di un concept album sulle sofferenze dell’adolescenza. Non è un caso che lo stesso nome della formazione Tears for Fears (Lacrime di paura) fosse ispirato alle teorie dello psicologo Arthur Janov, inventore di una terapia dedicata al tentativo di far rivivere al paziente il pianto liberatorio della nascita.
Il secondo disco “Songs from the Big Chair” fu il lavoro che coincise con il più grande successo di pubblico e il più alto livello creativo della formazione. I testi riguardarono non solo argomenti introspettivi ma anche la critica all’imperialismo e alle guerre. Tra i brani più famosi: “Shout”, “Everybody Wants to Rule the World”, “Mother’s Talk” e “I Believe”. Il canto del cigno fu “The Seeds of Love” con toni beatlesiani e soul che fu portato in tour ma poi Smith uscì polemicamente dalla formazione.
Finalmente dopo tanto tempo i fans potranno applaudirli a Padova. —
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