Tozzi: «Con Anastacia “Ti amo” è rinata dopo quarant’anni»

Il cantante questa sera a Padova con il suo tour «Ricordo quando Battisti fece i complimenti al mio lavoro»
Di Michele Bugliari
16/04/2011 Napoli, trasmissione Rai Ciak si Canta, 2° puntata. Nella foto Umberto Tozzi
16/04/2011 Napoli, trasmissione Rai Ciak si Canta, 2° puntata. Nella foto Umberto Tozzi

PADOVA. Umberto Tozzi, oggi alle 21.30, arriva al Geox di Padova con il tour “40 anni che Ti amo”.

“Ti amo” compie 40 anni, cosa prova nel festeggiare questo anniversario?

«Sono molto contento a pensare che dopo tutti questi anni “Ti amo” sia tornata a essere una hit nella nuova versione con Anastacia. Avevo sempre pensato che fosse una canzone originale e particolare del mio repertorio però rifatta in questo modo ha aggiunto un tassello alla mia carriera».

Come è avvenuto l’incontro con Anastacia?

«Abbiamo pensato a un duetto con lei perché siamo suoi fan e anche perché è un’artista che non ha bisogno di spiegazioni. L’abbiamo contattata e lei ci ha dato una risposta positiva dopo 24 ore ed è scattato il progetto del duetto e del tour. Ha una timbrica soul fantastica che le ha permesso di fare una traccia vocale stupenda e di rendere veramente suo il brano».

All’epoca “Ti amo” rappresentò un momento di rottura con il passato, non crede?

«Sì. Il grande Lucio Battisti, dopo che avevo fatto “Ti amo”, “Tu” e “Gloria”, disse all’editore comune Franco Daldello: “In Italia l’unico che abbia fatto qualcosa di nuovo sino a oggi è stato Tozzi”. Battisti non era esattamente uno sprovveduto, oltre tutto io ero e sono tuttora un suo grandissimo fan e quindi la cosa mi ha fatto tanto piacere e mi ha fatto anche pensare che in fondo quello che diceva era vero. Ci sono state tante grandi canzoni che sono state scritte da importanti artisti e cantautori italiani ma con la solita classica melodia all’italiana. Invece quando uscì costituì veramente una grossa novità per il panorama musicale di casa nostra. Quindi, credo che la sua osservazione non fosse fuori luogo».

Quanto importante è stato per lei all’epoca l’incontro con Giancarlo Bigazzi?

«Io e Giancarlo abbiamo scritto un repertorio veramente importante e fra noi c’era una grande energia. Quando si formano le coppie di autori scatta quella sinergia importante e si riesce a lavorare facendo delle cose forti. È successo a Mogol-Battisti e Lennon-McCartney. Io ho avuto la fortuna di incontrare Bigazzi che è stato il mio maestro e abbiamo collaborato alla grande per ben 17 anni».

Nell’album “40 anni che ti amo”, registrato dal vivo al Geox di Padova nel 2012, ha riproposto i classici con le sonorità originali.

«Penso che i live debbano essere più vicini possibile al suono dei dischi perché la gente quando viene a vederti vuole riprovare quelle emozioni lì e ricordarsi i vecchi tempi legati alle canzoni. Se cambi le sonorità e gli arrangiamenti rischi che gli spettatori non si ritrovino più. Sarebbe come se Paul McCartney suonasse “Yesterday” al piano, invece, che con la chitarra acustica».

Come è nata la collaborazione con Ramazzoti per “Le parole sono niente”?

«Ero in studio a registrare e ho sentito Eros, gli ho detto che stavo facendo una nuova produzione e lui mi ha chiesto se avevo voglia di sentire dei brani inediti. Mi ha mandato questo pezzo, mi è piaciuto molto, l’ho arrangiato e registrato».

Avrebbe voglia di registrare un nuovo disco di inediti?

«Greg Mathieson, il mio storico produttore, ha smesso di lavorare, quindi, non lo so. Progetti per il futuro non ne ho però finché mi diverto a fare musica, chissà. Ho visto che tanti colleghi più attempati di me continuano a divertirsi come McCartney e i Rolling Stones e allora cerco di farlo anch’io».

Biglietti: da 34,50 a 50 euro (interi) e 23 euro (ridotti per ragazzi da 7 a 10 anni).

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