Tra antichi mulini e risorgive i laghi e le vie dell’acqua

Viaggiare per acqua nella terra del vino? Alcuni degli scorci più scenografici delle colline Unesco sono legati proprio a laghi, fiumi e risorgive, oasi di pace e di storia che sono resistite all’avanzata dei vigneti, e che ora potranno beneficiare anche delle tutele Unesco. Immagine simbolo – piacerà anche a chi viaggia solo per postare su Instagram – il Molinetto della Croda a Refrontolo, vecchio e pittoresco molino in pietra con annessa abitazione privata del mugnaio fino a qualche decennio fa, oggi interamente visitabile, su tre piani e con l’antica macina in pietra ancora in funzione. Il fiume che vi scorre è il Lierza, impetuoso torrente da cui stare distanti nei giorni di piogge intense, protagonista della piena che sconvolse l’area, seminando lutti e distruzione, nell’estate 2014, tragedia cui è dedicato il parco “Al gor del Muner”, di fronte al Molinetto.

Di mulini e di acque vive anche il percorso naturalistico di Cison di Valmarino, una decina di chilometri più a nord. È “La via dei mulini”, si parte dal centro di uno dei Borghi più belli d’Italia (riconoscimento ottenuto nel 2013) e si percorre verso nord il corso del Rujo, tra vecchi lavatoi ricostruiti, fontane, canalette, chiuse, ruderi di mulini.

E poesie, poesie scolpite nel legno del bosco, tra sculture di anguane (le mitiche creature del bosco) e bandierine tibetane, un’ora di passeggiata fino al Bosco delle penne mozze. Si respira poesia anche ai vicini laghi di Revine, la patria di Luciano Cecchinel (nato nella frazione di Lago), poeta che qualcuno ha definito “erede di Zanzotto”. I suoi versi sono anche sulle rive dei laghi (sono due: di Revine, e di Lago), una passeggiata ad anello dura un paio d’ore, protetti dal muro quasi verticale delle Prealpi a nord. Per gli appassionati c’è il parco del Livelet, che ricostruisce tre palafitte preistoriche visitabili con tour guidati, più a misura di scolaresca che di viaggiatore estemporaneo.

Ma l’acqua nelle terre del vino è anche (e soprattutto) il Piave. Ce n’è per tutti, dall’approccio storico dell’Isola dei Morti, fronte delle sanguinose battaglie nella Prima Guerra Mondiale, a quello più disimpegnato delle Fontane Bianche, splendida oasi naturalistica in località Fontigo (comune di Sernaglia della Battaglia) cui si accede da un’invisibile uscita della tangenziale di Pieve, o a piedi, risalendo il corso, da uno dei punti di accesso al fiume più a sud. Siamo nell’area golenale del fiume, il nome è un omaggio alla limpidezza delle acque e delle risorgive, dalle quali affiora l’acqua di falda del Quartier del Piave. Quell’acqua che scorre abbondante anche tra le colline dell’Unesco, e che tanto bene fa anche ai vigneti di Prosecco. –

a. d. p.

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