Trionfo per “Attila” alla Scala nella serata delle emozioni

L’ovazione per Mattarella, Chailly dirige il pubblico che intona l’inno di Mameli Il pubblico premia direzione, regia e interpreti, tra loro il tenore trevigiano Sartori 
Italian Senate Speaker Maria Elisabetta Alberti Casellat and Alexander Pereira arrive for La Scala opera house's gala season opener, Giuseppe Verdi's opera Attila, at the Milan La Scala theater, Italy, 07 December 2018 ANSA / MATTEO BAZZI
Italian Senate Speaker Maria Elisabetta Alberti Casellat and Alexander Pereira arrive for La Scala opera house's gala season opener, Giuseppe Verdi's opera Attila, at the Milan La Scala theater, Italy, 07 December 2018 ANSA / MATTEO BAZZI

MILANO. Due minuti e 45 seccondi di applausi con il pubblico in piedi per il Capo dello Stato, una cosa mai vista in questo teatro; e gli spettatori in platea, come il coro da dietro le quinte, che spontaneamente si sono messi a cantare le parole dell’inno di Mameli seguendo l’orchestra, così che il maestro Chailly si è girato verso la platea e l’ha diretta.

La prima della Scala con “Attila” di Giuseppe Verdi si è trasformata in una straordinaria emozione, e anche in un tributo al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, visto come un punto di riferimento per tutto il Paese in un momento di cambiamenti. Era la sua prima volta alla prima di stagione della Scala da Presidente; negli scorsi anni aveva sempre dovuto rinunciare; accanto a lui la figlia Laura che, elegantissima in blu, è parsa profondamente emozionata per il tributo riservato al padre.

Non solo Mattarella; presenti anche la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, il ministro dei Beni culturali Alberto Bonisoli, il ministro dell’Economia Giovanni Tria. D’altronde “Attila” è uno dei drammi più politici di Verdi, scritto nel 1846, a due anni dai moti del Quarantotto per liberare l’Italia. In scena va la lotta per liberare l’Italia dal dittatore, inclusi anche i contrasti fra chi lo combatte, tanto che Odabella sventa l’avvelenamento del re degli Unni per poterlo uccidere di sua mano, vendicando la morte del padre. Facile per il pubblico chiedersi chi sia oggi Attila, o vedere qualche riferimento all’attualità nei litigi e nella lotta per il potere. «Diciamo che sono un po’ tempi da barbari» ha osservato il sindaco di Milano Giuseppe Sala, che è presidente della Scala. «La politica a volte è barbara, nel senso che si concentra più sull’insulto che sul dialogo».

Un grande successo si è rivelato l’allestimento, salutato al termine da 14 minuti di applausi: per il direttore Riccardo Chailly, il regista Davide Livermore che ha spostato l’azione in tempi moderni con grande utilizzo delle tecnologie, le grandi voci di Ildar Abdrazakov, Saioa Hernández, George Petean e di Fabio Sartori, tenore trevigiano.

Consueto parterre di vip, di mise eleganti con prevalenza di nero; e prima dell’inizio della rappresentazione, incidenti davanti al teatro con manifestazioni e lanci di uova da parte dei centri sociali, conclude con un corteo di una cinquantina di manifestanti.

La prima della Scala è stata trasmessa in diretta da Rai 1 che ha offerto al pubblico anche il “dietro le quinte”; a Milano, è stata un’opera diffusa con maxi schermi in tutta la città collegati con il teatro, e anche in carcere. —

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