Un portale salva le canzoni popolari

Ampia sezione dedicata al Veneto, sono voci e strumenti della tradizione

Cento anni di musica per la prima volta in una sola raccolta: romanze e rock, brani d’autore e canzonette, pop nostrano e musica da ballo, i protagonisti di Sanremo, i canti di guerra e di liberazione, la musica popolare e quella di protesta. È online il portale della musica italiana, una piattaforma che ha raccolto un secolo di musica e circa 200 mila canzoni in un unico catalogo, il più grande in Europa, grazie al lavoro dell’Istituto Centrale per i Beni Sonori e Audiovisivi del Mibact (l’ex Discoteca di Stato) in collaborazione con Spotify, uno dei più importanti provider di contenuti musicali in rete. Nella sezione Tradizioni popolari sono confluite oltre 300 canzoni e materiale espressivo da parte di informatori non professionisti: gente comune la cui voce e i cui strumenti sono stati registrati sul campo a partire dagli anni Sessanta. Anche il Veneto è ampiamente rappresentato: tra i titoli che si possono ascoltare nella grande discoteca virtuale ci sono Canto dei battipali, Cara mamma io muoio io muoio, Cantovansa, Fioca fioca, L’ometo picinin, La barca degli amori, La mia mama la vol saver, Quaranta giorni di nave a vapore, Vorrei baciar Nineta.

Numerosi documenti sono tratti Archivio Etnico Linguistico-Musicale dell’Istituto Centrale per i beni sonori e audiovisivi, che costituisce una delle collezioni più interessanti e inedite per ricostruire la realtà culturale e linguistica delle Regioni d’Italia. Nato nel 1962 per opera di Diego Carpitella, etnomusicologo, e Antonio Pagliaro, glottologo, l’Aelm rappresenta una delle ultime e più importanti campagne sistematiche di rilevazione e registrazione di tradizioni popolari prima della generale omologazione linguistico culturale del Paese. Divisa per regioni e caratterizzata da una impostazione dialettologica-musicale, la collezione comprende musica etnica e folkloristica, narrativa di tradizione orale e favolistica, spettacoli e rappresentazioni popolari, musica liturgica e rituale, dialetti delle isole alloglotte, dove si parlano le lingue portate secoli prima dagli antenati insediatisi in quei territori lontani dalla loro terra d’origine

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