Valentina e la vita con Crepax Così nasce e resiste il mito con il caschetto

Al Museo Civico di Bassano la storia del suo creatore e le immagini della donna che ha affascinato generazioni

Valentina e la sua vita, molto reale, molto onirica, molto disegnata. Valentina molto amata, sogno proibito per gli uomini, modello irraggiungibile per le donne. Così potente da superare il modello: il suo caschetto era stato ispirato da quello Louise Brooks, prima attrice del cinema muto negli anni Venti, ma andò a finire che di Louise i più si dimenticarono per chiamare quel taglio (purtroppo ingestibile per il 99 per cento delle donne) “Valentina” tout court. E Valentina così avanti, infine, da essere contemporanea oggi, quando gli anni anche per lei sono passati.

Si può incontrarla ai Musei Civici di Bassano del Grappa, dove fino al 15 aprile è protagonista di una grande mostra, organizzata in collaborazione con l’Archivio Crepax e con i figli del disegnatore. Di questa esposizione, Valentina e Crepax sono in realtà coprotagonisti: «In questa ricerca delle origini del lavoro di una vita, che trascende l’ambito del fumetto e colloca l’autore e il suo personaggio tra i testimoni di quarant’anni di vita italiana, la città di Venezia è un tassello fondamentale nella sua formazione» dicono i curatori.

Cover e pubblicità

Infatti, vent’anni prima della nascita di Valentina (pubblicata per la prima volta sulla rivista Linus nel 1965), un Crepax appena dodicenne, aveva realizzato, proprio a Venezia (dove aveva abitato con la famiglia tra il ’43 e il ’45 per sfuggire alla guerra), i suoi primi albi a fumetti ispirati a film horror degli anni ’30/’40 e sognava di diventare un autore di storie a fumetti. Figlio d’arte di un musicista, primo violoncello alla Fenice di Venezia e poi alla Scala di Milano, e fratello di un’emergente manager discografico, Crepax ottenne i primi incarichi professionali in ambito musicale illustrando centinaia di cover di dischi di tutti i generi musicali. Notato come illustratore adatto per la pubblicità, a cavallo tra gli anni ’50 e ’60, realizzò importanti campagne pubblicitarie. Lavorò anche a sigle e scenografie per programmi televisivi, spettacoli teatrali e storyboard per il cinema.

Dopo una parentesi dedicata al principale passatempo dell’autore (realizzare giochi da tavolo basati sulla sua passione per la ricostruzione storica e caratterizzati dal suo incredibile gusto estetico), la mostra si focalizza sul personaggio di Valentina che, unico nel mondo dei fumetti, invecchia, vive in una realtà possibile e ha una psicologia complessa, passioni e idee che possono essere comuni a molte donne reali. L’ultima tappa del percorso dedicato all’evoluzione artistica dell’autore (al piano terra), è dedicata alla scelta di Crepax, innovativa per il mondo tradizionale del fumetto, di fare delle donne le protagoniste delle proprie storie.

Donne protagoniste

Non solo per un fatto estetico o legato alla valenza erotica delle sue storie, ma per distinguersi dagli altri fumetti, uscire dal solco della tradizione, esplorare mondi psicologici e stili narrativi nuovi e, talvolta, anche per far discutere, riflettere, scandalizzare. Il primo piano è dedicato, ai tanti contenuti video dedicati all’autore e al personaggio di Valentina e ai possibili sviluppi futuri: la video arte e la colorazione delle pagine legate in un’installazione dove le pagine si colorano progressivamente e grandi tavole su cavalletti forniscono un saggio dell’ultimo progetto editoriale di Archivio Crepax: la nuova collana con le storie più belle a colori realizzata per la Repubblica.

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