>ANSA-LA-STORIA/ 'Inquinamento ambientale', stop ad azienda bio
(ANSA) - STRIANO, 10 DIC - Sul sito internet dell'industria dolciaria Ambrosio Idav Spa di Striano vengono esaltate le tecnologie adoperate per supportare la produzione e in particolare il "moderno laboratorio attrezzato sia a livello chimico che microbiologico" che "permette un accurato controllo delle materie prime impiegate e dei prodotti finiti". Aspetti che stridono con le motivazione che hanno portato i carabinieri del gruppo per la tutela ambientale e la sicurezza energetica di Napoli, a seguito di un provvedimento emesso dal gip del tribunale di Torre Annunziata su richiesta della Procura oplontina, a disporre la chiusura dello stabilimento industriale e il fermo totale degli impianti e dei processi produttivi. Inquinamento ambientale, impedimento del controllo (contestato al legale rappresentante, che avrebbe posizionato ostacoli per impedire le verifiche, mutando perfino lo stato dei luoghi), scarico abusivo di reflui industriali, gestione illecita dei rifiuti, emissioni in atmosfera non autorizzate, oltre a reati legati alla tutela dell'ambiente e ad aspetti edilizi e paesaggistici: questa la sfilza delle contestazioni mosse ai titolari dello stabilimento dolciario. Tutto nasce dai controlli che le forze dell'ordine stanno portando avanti per tutelare lo stato di salute del Sarno, uno dei fiumi più inquinati d'Europa, controlli che finora hanno prodotto (se si tiene conto delle azioni portate avanti dalla tre Procura di riferimento, Torre Annunziata, Nocera e Avellino) all'effettuazione di 560 controlli (297 dei quali con esito non conforme), con 99 provvedimenti di sequestro totale o parziale di aziende o impianti produttivi, 86 sanzioni amministrative per complessivi 316.945 euro, 339 persone denunciate in stato di libertà e sette arrestate per reati in materia ambientale. Secondo gli inquirenti i reflui industriali (le acque del processo di lavorazione e quelle di lavaggio dei piazzali dello stabilimento, dove erano presenti olii, grassi, idrocarburi e polveri) sarebbero stati sversati in parte nel canale Rio Foce (affluente del Sarno) e in parte su suolo e sottosuolo. Questo, secondo la Procura di Torre Annunziata, avrebbe causato un grave inquinamento ambientale per il "diffuso stato di contaminazione per le matrici ambientali del suolo, delle acque superficiali e delle acque sotterranee" presenti presso lo stabilimento. Nei campioni delle acque di scarico dell'azienda prelevate dai militari, è stata constatata la presenza di metalli pesanti come rame, zinco e piombo. Nel corso dei controlli effettuati lo scorso settembre, i carabinieri avrebbero inoltre appurato anche che i reflui derivanti dal dilavamento dei materiali e dei prodotti interessati da un incendio verificatosi nello stabilimento industriale due mesi prima, sarebbero stati convogliati senza alcuna depurazione negli scarichi abusivi. E' stata accertata, infine, la realizzazione di una struttura in acciaio tompagnata con pannelli coibentati, in una zona sottoposta a vincolo paesaggistico ed ambientale, in assenza del permesso a costruire e di idonea autorizzazione paesaggistica. (ANSA).
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