>>>ANSA/ Salgono in agenda i finanziamenti comuni a difesa Ue

"Ne parli il summit". Fitto a Ecofin. 300 miliardi Pnrr nel 2024

di Sabina Rosset (ANSA) - BRUXELLES, 10 DIC - I finanziamenti alla difesa Ue sono il convitato di pietra all'Ecofin. Per ora i ministri delle Finanze europei fanno un punto sull'avvio del Patto di stabilità, con i nuovi piani pluriennali e le procedure per disavanzo eccessivo, oltre all'implementazione del Recovery. E proprio il Recovery vede l'esordio al Consiglio Ue del vicepresidente italiano Raffaele Fitto, per un aggiornamento sull'attuazione del dispositivo. Le assegnazioni con il Recovery, spiega poi il commissario Ue all'Economia Valdis Dombrovskis, entro fine anno raggiungeranno i 300 mliardi di euro. Per il presidente di turno dell'Ecofin, l'ungherese Mihaly Varga, di finanziamenti comuni alla difesa dovrebbero parlare i leader al summit europeo della prossima settimana (19 dicembre). Per ora la spesa nella difesa resta "questione nazionale", spiega. Se si vuole ragionare su una "sforzo comune" o "un passo avanti comune" Ue, questo è "argomento per gli incontri ad alto livello. Quindi la prossima volta, a dicembre forse, questo argomento sarà all'ordine del giorno". Maggior slancio è sicuramente atteso dalla prossima presidenza Ue, della Polonia, che nel 2025 ha già previsto il 4,7% del Pil per la difesa. Per non parlar del secondo semestre con la presidenza danese, con la premier Mette Frederiksen che recentemente si è persino detta aperta a valutare gli eurobond, con un totale cambio di passo per un Paese un tempo schierato tra i 'frugali'. "Serve nuovo impulso comune", ha affermato oggi il ministro dell'Economia francese Antoine Armand. Il ministro dell'Economia italiano Giancarlo Giorgetti, intanto, interviene solo nella sessione pubblica invitando a cercare un "giusto equilibrio tra l'esigenza di definire un quadro europeo sulla tassazione dei prodotti energetici" per gli obietti ambientali e "la necessità di assicurare la competitività dell'industria europea e la sostenibilità per le famiglie in un difficile contesto economico e geopolitico che condiziona i prezzi dell'energia". Nel corso della giornata incontra Fitto per un "lungo e confidenziale colloquio" sulle "prossime sfide su Pnrr e riforme", spiega il Mef. Vede poi il commissario al Clima Wopke Hoekstra, con il quale parla di "tassazione digitale, tassazione energetica e Cbam", meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere. Tornando al tema sui finanziamenti comuni, come noto, è come rafforzare ovunque nell'Ue la spesa nella difesa, sia guardando ai possibili nuovi rischi strategici, e sia al paventato disimpegno degli Usa dalla Nato, pur con il presidente entrate Donald Trump che è parso per ora 'solo esortare' gli alleati a far la propria parte. Di eurobond al momento soprattutto i tedeschi (alle urne a febbraio) e gli olandesi, non vogliono sentir parlare. E come un fiume carsico si riparla di fondi comuni per la difesa. Dombrovskis ha ricordato ieri al termine dell'Eurogruppo che la riforma del Patto di stabilità ha già tenuto conto della necessità di aumentare le spese nella difesa. Ma si è spinto oltre affermando che "con ogni probabilità, durante il prossimo quadro finanziario pluriennale" il Fondo europeo per la difesa verrà notevolmente aumentato. Il Fed, 8 miliardi per il 2021-2027, così com'è attualmente ha il 'limite' di esser finanziato con il budget Ue e difficilmente potrà dispiegare i 500 miliardi necessari per la difesa europea, secondo le stime della Commissione europea. Così secondo alcune fonti un'ipotesi percorribile potrebbe essere quella di escogitare un nuovo 'Sure' per la difesa, similmente a quanto fatto a sostegno dell'occupazione nella pandemia (oppure 'mutare' del tutto la natura del Fed): nel caso del Sure l'Ue ha raccolto fondi per 100 miliardi con eurobond, garantiti su base volontaria dagli Stati membri. Qualcuno, come il commissario alla Difesa Andrius Kubilius ha puntato sul Mes, ma il trattato istitutivo del Meccanismo lo esclude, e già la revisione per introdurre il backstop è incompleta (manca la ratifica dell'Italia). Altri scenari di stampa hanno puntato sulla Bei, ma anche in questo caso, già a fatica si è allentata la stretta sul 'dual use' e con le regole attuali non potrebbe finanziare l'acquisto di armi. "Quando noi parliamo di difesa comune europea parliamo di razionalizzazione della spesa, per una economia di scala. Ora invece è solo una presa in giro per avere solo nuove spese per il settore militare", ha intanto segnalato il leader del Movimento cinque Stelle, Giuseppe Conte, in una conferenza stampa al Parlamento europeo. (ANSA).

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