Carabiniere ucciso: gli agenti indagati sono anche vittime

(ANSA) - TARANTO, 17 GIU - Sembra alleggerirsi la posizione giudiziaria dei due agenti indagati dalla procura di Taranto - per omicidio colposo a seguito di eccesso colposo nell'uso legittimo delle armi - dopo la morte di giovedì scorso in un conflitto a fuoco del 59enne Michele Mastropietro, ritenuto l'autore dell'omicidio, poche ore prima, del brigadiere capo Carlo Legrottaglie. I due risultano ora formalmente parte offesa in un procedimento parallelo per tentato omicidio e lesioni personali gravi - in concorso con Mastropietro - a carico di Camillo Giannattasio, l'altro fuggitivo che si è arreso durante le fasi della cattura. La novità è emersa questa mattina, durante il conferimento dell'incarico al medico legale Roberto Vaglio di Lecce per l'autopsia sul corpo di Mastropietro, alla presenza del pubblico ministero Francesco Ciardo. L'esame autoptico viene eseguito nell'ospedale Santissima Annunziara di Taranto. I due poliziotti hanno nominato Giancarlo Di Vella di Bari e un consulente è stato nominato anche dalla controparte.. Secondo la Procura, durante la fuga Mastropietro avrebbe aperto più volte il fuoco contro i due agenti, che hanno riportato ferite causate da cadute mentre cercavano di bloccarlo. Per la difesa dei due poliziotti - rappresentati dagli avvocati Antonio La Scala e Giorgio Carta - il riconoscimento formale della loro condizione di vittime di un'aggressione armata rafforza la tesi della legittima difesa. Mastropietro, secondo le prime indiscrezioni, sarebbe stato colpito con un solo proiettile al torace. "Esprimo grande soddisfazione - dice all'ANSA l'avv. La Scala - nel vedere che viene riconosciuto ai due agenti anche il ruolo di persone offese di un gravissimo reato quale il tentato omicidio". (ANSA).
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