Drag queen incontra gli studenti in un liceo, è polemica

(ANSA) - NAPOLI, 07 MAG - "La Lega presenterà un'interrogazione al ministro Valditara per fare chiarezza su quanto accaduto lo scorso gennaio nel Liceo 'Munari' di Acerra (Napoli), dove una drag queen, bardata di kefiah, ha parlato a ragazzi dai 13 ai 17 anni. Niente a che vedere con un pedagogista, uno psicologo dell'età evolutiva o un esperto di comunicazione: solo un soggetto che, senza alcuna competenza, fa formazione, dicendo ai nostri ragazzi che 'spesso, quello che viene costruito a scuola, viene distrutto a casa dalle famiglie'. Non aggiungo altro". Ad affermarlo è il deputato della Lega Rossano Sasso, capogruppo in commissione Cultura, Scienza e Istruzione, secondo cui "nelle nostre scuole c'è l'assalto di attivisti ideologizzati (nella fattispecie, la drag queen si definisce sulla sua pagina attivista queer e transfemminista) con la complicità di docenti di estrema sinistra". Dal canto suo la drag queen Priscilla, al secolo Mariano Gallo, ricordando quel giorno quando, vestita con uno scintillante tailleur pantalone fucsia, è stata accolta a scuola da una vera e propria ovazione, parla di un "incontro voluto da loro, in occasione della settimana dello studente. Erano presenti i/le loro insegnanti e la dirigente dell'istituto, che hanno partecipato con entusiasmo al dibattito. È stato un momento di confronto prezioso: abbiamo parlato di bullismo, omofobia, dell'importanza dell'istruzione, della lotta intersezionale alle discriminazioni, di diritti civili, di politica intesa come partecipazione attiva, del popolo palestinese. Ho trovato in questi/e giovani ragazzi e ragazze una tale consapevolezza e determinazione che mi ha profondamente ispirato e commosso. Mentre la riforma scolastica ci vuole riportare al Medioevo, i/le giovani guardano avanti". Sulla vicenda interviene anche Mario Rusconi, presidente dell'Associazione presidi di Roma, secondo cui "la scuola e il mondo della formazione devono essere lontani da contenziosi cercati in continuazione, devono essere un luogo di confronto democratico. Quando i miei studenti mi hanno chiesto di far partecipare un attivista ad una assemblea pro Palestina ho risposto che non avevo nulla in contrario se avessimo invitato anche un esponente israeliano. Quando si innescano processi di conflittualità e si inserisce il contenzioso della politica partitica nella scuola, si fa un danno ai giovani, si impedisce il confronto e si accentua lo scontro, mentre la missione della scuola è permettere il confronto democratico che implica più voci, mai unitarie". (ANSA).
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