'Evitare le modifiche a legge elettorale prima di elezioni'

Commissione Venezia a Cedu, 'stabilità è garanzia Stato diritto'

(ANSA) - ROMA, 10 DIC - Le modifiche alla legge elettorale poco prima delle elezioni "dovrebbero essere evitate". É il principio sancito dalla Commissione di Venezia - un organismo consultivo del Consiglio d'Europa riconosciuto come massimo organismo in materia di diritto elettorale - alla quale si è rivolta la Corte europea dei diritti dell'uomo (Cedu) per un parere nell'ambito del ricorso presentato dall'ex segretario dei radicali italiani Mario Staderini e da diversi cittadini italiani secondo i quali le modifiche apportate alle norme hanno violato, negli anni, la libertà di voto degli italiani. La commissione di Venezia si è espressa su tre quesiti poste dalla Cedu nell'ambito del ricorso. La stabilità della legge elettorale, afferma l'organismo nel parere, "è un elemento chiave dello Stato di diritto", una salvaguardia per ottenere libere elezioni che "è essenziale per la legittimità del processo democratico". Per questo vanno evitate troppe modifiche e vanno evitate soprattutto quelle nell'ultimo anno a ridosso delle elezioni, come invece è avvenuto secondo i ricorrenti proprio prima della tornata elettorale del 2022. Sarà la Cedu ora a decidere: nel caso in cui accogliesse il parere, considerando che le prossime elezioni politiche dovrebbero tenersi a settembre del 2027, qualsiasi modifica al sistema elettorale dovrebbe avvenire entro il settembre del 2026. "Qualsiasi riforma della legislazione elettorale da applicare durante le elezioni - dicono ancora gli esperti - dovrebbe avvenire con sufficiente anticipo per consentire ai candidati e agli elettori di comprendere i cambiamenti". E "ben prima delle elezioni, con un processo di consultazione inclusivo". Anche perché le frequenti riforme "minano la fiducia del pubblico nel sistema elettorale": la legge verrà a quel punto percepita come "parte del gioco politico e soggetta a manipolazione politica per guadagni politici a breve termine". La Commissione, rispondendo al secondo quesito, ha anche affermato che gli Stati "devono fornire rimedi efficaci ai singoli cittadini" per contestare la legge elettorale. Quanto alla compatibilità tra un sistema elettorale che prevede un misto tra proporzionale e maggioritario ma non consente il voto disgiunto - la terza questione sollevata dalla Cedu - gli esperti della Commissione di Venezia hanno sottolineato che "non esiste una norma internazionale che richieda che in caso di sistema elettorale misto...gli elettori possano esprimere il loto voto secondo il sistema maggioritario, senza che ciò abbia un effetto sulla componente proporzionale delle elezioni". (ANSA).

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova